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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2011 alle ore 08:10.

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Olli Rehn (Afp)Olli Rehn (Afp)

I ritardi accumulati
Il ritardo italiano sia nella scuola che nell'università è un fenomeno vecchio di almeno un ventennio. Tutti i tentativi intervenuti nel frattempo non hanno finora prodotto i risultati attesi. Molte speranze erano affidate alle riforme Berlinguer sull'autonomia scolastica e universitaria, varate nel '97 e nel '99. Ma la loro implementazione non è mai arrivata fino in fondo. E anche le modifiche volute dai ministri che si sono succeduti a viale Trastevere (da Letizia Moratti a Beppe Fioroni) non hanno ottenuto i risultati sperati. Quanto alle riforme Gelmini degli ultimi tre anni, necessitano di tempo per essere valutate: finora si è visto solo l'impatto dei tagli; per quello sulla promozione del merito bisogna attendere che decolli almeno il nuovo sistema di valutazione.

6) Scuola e università(di L. Ca.)
Gli impegni del Governo
Sulle libere professioni il Governo si è impegnato, con l'Europa, a «misure per rafforzare l'apertura degli Ordini professionali». Dopo la riforma soft della manovra d'estate, condivisa con gli Ordini stessi - formazione continua, assicurazione e ripristino dei parametri tariffari - il maxiemendamento contiene due misure: su tariffe e società. Vieta ogni riferimento ai tariffari con piena libertà di accordo tra le parti. Inoltre delinea società ad hoc tra professionisti, anche con socio non professionale e di capitali. Sui servizi pubblici locali, le prove di liberalizzazione vanno avanti dal 2008. In particolare, il Governo ha puntato sulla limitazione delle possibilità di affidare direttamente servizi pubblici a società in house, e sull'obbligo per i Comuni (in particolare quelli sotto i 50mila abitanti) di dismettere le quote di partecipazione nelle società.

I ritardi accumulati
Una riforma del settore è attesa da almeno venti anni. Tra strappi, tentativi dei diversi ministri della Giustizia e di disegni di legge, anche bipartisan, rimasti in Parlamento. Il primo sì alla possibilità di associarsi, per i professionisti, risale solo al 1997 (abolendo le restrizioni della legge 1815 del 1939). La vera 'picconata' arriva con il primo Dl 248 'Bersani' del 2006: sancisce l'abrogazione di tariffe fisse o minime, l'apertura dei professionisti a società multidisciplinari e abolisce il divieto a farsi pubblicità. Una parte importante dei ritardi nell'applicazione della normativa, oltre alla lunga fase di costruzione delle norme, è dovuta ai referendum di giugno, che oltre a bocciare le regole sul servizio idrico hanno cancellato l'intera riforma del 2008-2009. Nelle manovre estive i capisaldi della riforma sono stati riproposti.

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