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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2011 alle ore 10:21.

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Sarà una giornata molto lunga, questo sabato di metà novembre, per la politica italiana. Dopo il via libera al ddl stabilità ieri al Senato, tocca oggi alla Camera esprimere il suo voto sul pacchetto di riforme per la crescita proposto dal governo Berlusconi. La commissione Bilancio della Camera ha dato già il suo via libera, senza modifiche al ddl stabilità. La seduta a Montecitorio è iniziata, come previsto, alle 12,30: alla discussione del ddl e al voto seguirà la procedura di dimissioni del premier Silvio Berlusconi (così come annunciato nei giorni scorsi) che nel pomeriggio salirà al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Monti già a lavoro, incontra Draghi a Palazzo Giustiniani
Domani, poi, Napolitano procederà con le consultazioni per arrivare, probabilmente entro la giornata, ad assegnare il nuovo incarico.
Il nome del neo senatore a vita Mario Monti è sempre in primo piano. Questa mattina Monti ha lasciato l'hotel Forum, dove alloggia nel centro di Roma, intorno alle 9.15, per raggiungere i suoi nuovi uffici di palazzo Giustiniani, senza rilasciare nessuna dichiarazione ai cronisti che lo aspettavano. Poco prima delle 11 lo ha raggiunto il governatore dela Bce Mario Draghi, con il quale Monti ha avuto un colloquio di circa un'ora, e in mattinata sono arrivati negli stessi uffici anche Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta del Pd. Ieri Monti aveva incontrato a lungo anche il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.

Il rinnovato invito di Napolitano: la politica agisca con responsabilità
Un nuovo invito al senso di responsabilità delle forze politiche dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, quello contenuto nel messaggio al congresso della Destra a Torino. «In questa situazione - ha affermato il presidente - sono i soggetti più deboli ad essere maggiormente esposti. Occorre pertanto che tutte le forze politiche sappiano agire con senso di responsabilità e formulare proposte in grado di conciliare il rigore posto dalla necessità di ridurre il debito pubblico e di promuovere la crescita, con l'esigenza di distribuire equamente i sacrifici, tutelando i ceti in maggiore difficoltà».

La querelle sul nome del prossimo premier: riunione del Pdl per decidere su Alfano/Dini, il Pd fa muro
Ma sul nome di Monti, nelle ultime ore, quello che sembrava un accordo bipartisan raggiunto ha dato segni di sfaldamento. Da una parte, chi prima si diceva assolutamente contrario all'ipotesi di un governo tecnico, come il leader dell'IdV Antonio Di Pietro, ha mostrato segni di apertura. Mentre il Pdl, che non trova la quadra intorno alla posizione da adottare, oggi potrebbe presentarsi al Colle con la propria proposta di nomi per il nuovo premier, fra i quali rientrerebbero il segretario del partito Angelino Alfano e Lamberto Dini. Per prendere una decisione, oggi è prevista una riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl , anticipa il ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano: «Capisco il Pdl - precisa Romano - che del resto deve fare i conti con un alleato, la Lega, che ha detto che non vuole un governo tecnico e, nel caso non fosse d'accordo appunto, essendo un partito che ha vinto le elezioni, ha un peso; vediamo cosa succede oggi pomeriggio. Ma su tali "alternative" si alzano già dei muri: «Assolutamente no», dice Massimo D'Alema del Pd riguardo all'ipotesi di un governo guidato da Alfano. «Non so se un governo di questo genere avrebbe la maggioranza».

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