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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2011 alle ore 20:57.
L'ultima modifica è del 12 novembre 2011 alle ore 11:36.

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Silvio Berlusconi è arrivato al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Prima di salire al Colle, però, il premier, amareggiato per le contestazioni dopo il Cdm, consegna ai suoi, riuniti per l'ufficio di presidenza del Pdl, la sua disamina sul governo nascente e sul faccia a faccia con Mario Monti. All'ex commissario Ue, Berlusconi avrebbe sottoposto il nome di Gianni Letta per la nuova squadra di governo. Ma la risposta sarebbe stata negativa. All'origine del niet del preside della Bocconi, secondo l'analisi di Berlusconi, i veti posti sia dal Pd che dal Terzo Polo. I partiti dell'opposizione, sarebbe stato il ragionamento di Berlusconi, «chiedono una netta discontinuità rispetto al nostro governo».

I paletti del Pd sul futuro governo: Letta vicepremier e Monti non si ricandidi
Alla fine l'ufficio di presidenza arriva a una linea comune: sì a Monti ma su un programma ricalcato sulla lettera inviata alla Bce e solo con Letta vicepremier. Le condizioni sono chiare quindi (tra l'altro, il Pdl chiede che Monti non si ricandidi e lo stesso paletto deve valere per i suoi ministri). Ad ogni modo, avrebbe garantito Berlusconi, «siamo in grado di staccare la spina quando vogliamo». Nella nota diffusa al termine del vertice si legge che «l'ufficio di presidenza sarà riconvocato dopo l'incontro tra il presidente incaricato e la delegazione del Pdl, così da consentire la verifica circa l'esito di un confronto in merito alla composizione dell'esecutivo, al programma proposto e ai tempi del mandato».

Via libera della Camera al Ddl stabilità, Napolitano promulga la legge
Prima dell'ufficio di presidenza è arrivato il via libera da parte dell'aula di Montecitorio al Ddl stabilità. Poco dopo le 20 il capo dello Stato ha quindi promulgato la legge e il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e il Bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014. I voti favorevoli sono stati 380, i contrari 26 e 2 gli astenuti. Dopo la firma del capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il provvedimento sarà legge dello Stato. Il ddl recepisce alcuni degli impegni anti-crisi assunti dall'Italia con Bruxelles. Tra le principali novità, i tagli ai ministeri, le misure sulle pensioni, le dismissioni immobiliari, la mobilità per gli statali, la stretta sul debito di Regioni ed enti locali, le liberalizzazioni dei servizi locali, e lo stop alle tariffe minime dei professionisti.

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Tremonti: pareggio di bilancio molto buono per l'Italia
«Il governo ha fatto, il Parlamento ha votato il pareggio di bilancio, la parità fra le entrate e le uscite, non è una cosa facile. L'ultima volta o la prima che c'è stata è stato 125 anni fa. Il pareggio di bilancio è una cosa molto buona per l'Italia», ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, facendo riferimento ale misure contenute nel ddl di stabilità che mirano al pareggio di bilancio nel 2013. Il ddl che introduce nuove regole per il pareggio di bilancio nella Carta costituzionale è invece ancora al'esame della Camera.

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