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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2011 alle ore 13:53.

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Una vita passata in gran parte all'estero, dedicata al mercato, alla concorrenza, al diritto internazionale. Enzo Moavero Milanesi è una sorta di alter ego giuridico per Mario Monti. Che dopo averlo avuto a fianco come principale collaboratore a Bruxelles per nove anni, oggi potrebbe chiamarlo con sé a Palazzo Chigi.

Avvocato, 57 anni, sposato e padre di tre figli, per Moavero il richiamo dell'estero è scattato all'inizio della sua carriera: come Monti, che andò a Yale, dopo la laurea in legge alla Sapienza nel 1977, e un tirocinio in uno studio legale di diritto internazionale, Moavero nel 1982 decise di specializzarsi al College de France di Bruges, dove ottenne il diploma di diritto comunitario. Un anno dopo, ecco un altro titolo di specializzazione in diritto internazionale presso la University of Texas, a Dallas.

E se qualcuno, con benevolenza, ricorda il giovane studente Monti come «un secchione», anche Moavero ha dimostrato sempre un piglio impegnato: negli anni dell'università coordina la sezione romana del Movimento studentesco per l'organizzazione internazionale e in quelli del militare, diventa tenente della Guardia di Finanza, uscendo poi dalla caserma con un encomio solenne.

Subito dopo gli studi, per il giovane Moavero si apre soprattutto la strada dell'Europa: nel 1983, a 29 anni, entra come funzionario della Direzione generale della Concorrenza della Commissione dell'allora CE, per poi, nel 1989, passare al gabinetto del vicepresidente - e commissario per la scienza, la ricerca, lo sviluppo, le telecomunicazioni e l'innovazione -Filippo Maria Pandolfi, democristiano di lungo corso, gabinetto del quale diventa capo nel 1991.

Fra 1992 e 1994 i suoi viaggi di ritorno a Roma sono frequenti, in veste di consigliere dei governi Amato e Ciampi. Amato lo indica come capo del Segretariato per gli Affari Europei nell'ambito del Segretariato generale della Presidenza del Consiglio, dove Moavero si occupa anche di coordinamento della politica economica italiana con la poltica comunitaria.

A Bruxelles, poi, nel 1995 incontra Mario Monti, appena nominato commissario per il mercato interno. Monti lo vuole con sé come capo del suo gabinetto, e Moavero lo segue anche quando il professore diventa commissario per la Concorrenza. Moavero, stavolta, ha il ruolo di direttore della sezione D, dedicata ai servizi, della Direzione generale.

Nel 2002, nel pieno del mandato di Monti alla Concorrenza, Moavero viene nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea, alto ruolo di responsabilità nell'istituzione, che gli conferisce il mandato di «migliorare i metodi di lavoro della Commissione e promuovere la diffusione di pratiche ottimali». Ma Moavero non si ferma qui: dal 2005 al 2006 è direttore generale dell'Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue, ruolo che ricopre tuttora. Sul suo nome la politica si era dimostrata concorde, proprio in virtù del suo alto profilo tecnico, sostenuto non ultimo dalle sue molte pubblicazioni, come il "Diritto della concorrenza dell'Unione Europea" pubblicato nel 2004 con Editoriale Scientifica.
Il mandato di giudice per Moavero scadrà il 6 ottobre 2012. Lunedì, il tempo per formare il nuovo governo italiano.

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