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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2011 alle ore 14:06.

La nuova squadra di governo è in dirittura d'arrivo e Mario Monti sta affinando le ultime caselle dopo aver superato lo scoglio più duro: il coinvolgimento dei politici nell'organigramma di Palazzo Chigi. Anche se resta ancora il nodo sul come sciogliere la presenza dei partiti nel futuro esecutivo. Visto che nemmeno il summit tra Gianni Letta, Gianfranco Fini e PIerferdinando Casini, ha messo la parola fine al confronto sul possibile ingresso dell'ex sottosegretario del governo Berlusconi. La sua presenza nel nuovo esecutivo non incontra particolari ostacoli né nel Pdl né nel Terzo polo, ma non convince il Pd che rifiuta l'equazione Letta uguale Giuliano Amato.
Resta il nodo Letta-Amato dopo il summit tra Pdl e Terzo polo
Così le dichiarazioni di Rosy Bindi e di Angelino Alfano, pronunciate alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, sanciscono solo una tregua apparente tra i due principali partiti, i cui veti incrociati rischiano di complicare, e di parecchio, la vita del nuovo presidente del Consiglio. Che, ieri, parlando alla stampa, aveva fatto capire chiaramente di non voler lasciare i partiti fuori dalla porta data l'esigenza di garantire una cinghia di collegamento tra governo e Parlamento. Così l'uno-due della Bindi che prima apre su Letta e poi si corregge invocando la discontinuità rispetto al governo Berlusconi, fa capire che la matassa è ancora molto intricata. Anche se il Pdl sembra aver rimosso il suo veto sull'ex premier.
La trattativa continua: nella notte ultimo pressing
Amato potrebbe quindi sì rientrare nella partita, ma in quota Monti e non come nome gradito al Pd. Con i democratici, dunque, nella condizione di poter proporre un altro nome di riferimento. La trattativa, però, è tutt'altro che chiusa e si protrarrà per tutta la notte: solo domani quindi si conoscerà l'esito del confronto. E se alla fine arrivasse il via libera a Letta-Amato, questo potrebbe portare al coinvolgimento anche di un esponente del Terzo Polo nell'esecutivo: un nome, però, al di sopra della politica che sia gradito a Casini, Fini e Rutelli. Anche se non si esclude che la partita possa essere risolta accantonando il tandem Letta-Amato e suggerendo altri nomi finora rimasti coperti.
Da Bruxelles in arrivo Moavero e la storica portavoce Olivi
Vediamo comunque i pochi punti fermi emersi finora. Tra questi c'è sicuramente la volontà dell'ex commissario Ue di avere a Roma uno dei suoi più stretti collaboratori ai tempi di Bruxelles: Enzo Moavero, civil servant con un curriculum internazionale di grande spessore, che potrebbe andare al posto che fu di Gianni Letta o, in alternativa, occupare la casella di segretario generale di Palazzo Chigi. Sempre da Bruxelles dovrebbe poi arrivare l'altra sua storica collaboratrice ed ex portavoce alla commissione Ue: Betty Olivi.
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