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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2011 alle ore 14:52.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2011 alle ore 13:15.

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Mario Monti debutta in Europa e prova a convincere i vertici del Vecchio Continente della volontà del governo italiano di procedere con le riforme necessarie. Il presidente del Consiglio comincia oggi un tour che lo vedrà impegnato tra Bruxelles e Strasburgo. Il presidente del Consiglio è arrivato nella capitale belga, poco dopo le 13, per una serie di colloqui tesi a rassicurare le autorità Ue. Le stesse rassicurazioni che il premier ribadirà giovedì alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese Nicolas Sarkozy, che, aveva detto lo stesso Monti nei giorni scorsi, «mi hanno chiesto un contributo di idee per la soluzione dei problemi dell'euro».

L'esordio con Barroso
La giornata del professore a Bruxelles è iniziata al Berlaymont, sede di quella Commissione europea che lui ha frequentato dal 1994 al 2004, prima come responsabile del Mercato interno e poi della Concorrenza, con una colazione di lavoro con il presidente dell'esecutivo Ue, Jose Manuel Durao Barroso, al termine della quale, è prevista una conferenza stampa. Tutti gli danno fiducia, con grandi aperture di credito. Ma ora il Professore dovrà darne prova. Presentandosi a Bruxelles se non proprio con le riforme fatte, con risposte esaurienti a quelle domande e quei compiti che Ue e Bce non solo vogliono vedere ma su cui chiedono garanzie di applicazione.

Rehn: continueremo a monitorare le scelte dell'Italia
Ai colloqui non sarà presente il commissario agli Affari economici e monetari,Olli Rehn, impegnato in un viaggio a Berlino. Dalla capitale tedesca, però, Rehn ha ribadito che l'esecutivo europeo «continuerà a monitorare strettamente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi» le scelte di bilancio e di politica economica italiane. «Alcune misure sono state prese e il nuovo primo ministro ha già indicato l'intenzione di andare più avanti in alcune aree importanti». Lo stesso Rehn sarà a Roma venerdì per una serie di incontri, con il presidente del consiglio e con altri esponenti del governo. Rehn non sarà l'unico a raggiungere la capitale per un confronto con il nuovo esecutivo: anche il commissario al Mercato interno e ai servizi finanziari, Michel Barnier arriverà a Roma per alcuni colloqui.

Giovedì il trilaterale con Sarkozy e Merkel
Subito dopo il faccia a faccia con Barroso Monti si trasferirà al Justus Lipsius per un colloquio con il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, anche questo seguito da dichiarazioni ai giornalisti. Infine, il presidente del Consiglio si trasferirà nella residenza dell'ambasciatore italiano presso l'Unione Europea, Ferdinando Nelli Feroci, per incontrare, alle 17,45, il vicepresidente della Commissione e titolare dell'Industria, Antonio Tajani, e gli europarlamentari italiani. Poi giovedì il trilaterale con Francia e Germania per riportare l'Italia al centro del motore europeo dopo l'isolamento che aveva caratterizzato negli ultimi tempi il precedente esecutivo.

Il ruolo di mediazione tra Francia e Germania
Nel rientrare nel gotha dei Grandi, l'Italia potrebbe quindi dare un contributo fondamentale: mediare tra Berlino e Parigi ancora lontane su temi cruciali come Eurobond, revisione dei trattati e ruolo della Bce, sulle leve cioè della governance di Eurolandia che la Bce di Mario Draghi vuole più robusta. Con la Francia - a capo di una nutrita squadra di paesi - che punta a una Bce tipo l'americana Fed (che "batte" moneta per comprare il debito pubblico Usa attraverso i titoli di stato) e la Germania che, più isolata, difende il ruolo anti-inflazione di Francoforte e ne respinge un rafforzamento. E vuole rimettere mano ai trattati in nome di bilanci e governance economica più stringenti, tornando a dire "no", anche oggi, agli Eurobond.

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