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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2011 alle ore 06:37.

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- l'estensione a tutti del sistema contributivo;
- l'aumento dell'età di pensionamento (e l'abolizione di fatto delle pensioni di anzianità), in un sistema di uscita flessibile;
- i premi e le penalizzazioni in base all'età al pensionamento;
- l'armonizzazione dei regimi previdenziali;
- la solidarietà da porre a carico di chi ha beneficiato in passato di privilegi e regole molto più favorevoli rispetto alle attuali.

Contributivo
È l'architrave del sistema. L'obiettivo è di accelerare l'entrata a regime della riforma Dini - la legge 335 del 1995 - che ha introdotto il sistema di calcolo della pensione con il metodo contributivo, i cui effetti finanziari saranno completamente acquisiti solo dopo il 2050.
Come? Stabilendo che dal 1° gennaio 2012 tutte le nuove pensioni saranno calcolate con il sistema contributivo, facendo comunque salvi i diritti acquisiti. In pratica, anche i lavoratori oggi collocati nel sistema retributivo passerebbero, ma solo per gli anni mancanti alla pensione, al sistema misto (come già oggi è previsto per chi al 31 dicembre 1995 aveva meno di 18 anni di contributi; chi invece a quella data non aveva versamenti è collocato nel "contributivo puro").

L'età di uscita
Anche questa sarebbe, di fatto, un'eredità della riforma Dini. La quale prevedeva (poi il sistema fu modificato) che ai lavoratori fosse lasciata libertà di scelta sull'età di pensionamento, entro certe soglie. Si valuta quindi di reintrodurre questo criterio di flessibilità, consentendo l'uscita (con almeno 5 anni di contributi) a un'età compresa tra i 63 e i 68-70 anni (con adeguamento triennale in base all'aumento della speranza di vita, come previsto dalle regole attuali). Possibilità di pensionamento anticipato verrebbero previste solo in caso di opzione per il calcolo interamente contributivo (che - appunto - garantisce l'equilibrio finanziario).

Questo modello, tra l'altro, permette di determinare l'importo della pensione utilizzando coefficienti attuariali di trasformazione che tengano conto dell'età del lavoratore al momento del pensionamento e della speranza di vita residua. Quindi: pensione più elevata al crescere dell'età (in quanto si riduce la speranza di vita).
Sarebbe la fine del sistema della pensione di anzianità? Sì, esattamente come già prevedeva - a regime - la riforma Dini che lasciava comunque la possibilità di uscita con 40 anni di contributi.

L'equità
Che effetti produrrebbe il mix calcolo contributivo pro rata e maggior permanenza al lavoro? C'è un indicatore - il Present Value Ratio (Pvr) - che offre una misura importante della sostenibilità di un sistema previdenziale (si veda l'articolo "Se cento euro di contributi regalano un assegno di 350" di Michele Belloni e Flavia Coda Moscarola, ricercatori del Cerp, pubblicato sul Sole 24 Ore il 1° agosto scorso). Il Pvr rappresenta il valore dei benefici pensionistici ottenuti in relazione ai contributi effettivamente versati. In pratica, se il Pvr è uguale a 100 allora vuol dire che la pensione è stata interamente pagata con i contributi (rivalutati) versati dal lavoratore. Se il Pvr è superiore a 100, allora significa che il lavoratore ha ottenuto una sorta di "regalo", che viene pagato dalla collettività. Ebbene, ci sono casi in cui il "regalo" ricevuto da chi accede oggi alla pensione con il sistema retributivo puro arriva al 50-60% (negli anni passati si è arrivati fino a 200-250%).

L'introduzione del sistema di calcolo misto anche per i soggetti che con le regole attuali ricadrebbero nel sistema retributivo produce l'effetto di limare questo "regalo", riducendo un po' il Pvr (si vedano i due esempi pubblicati nelle tabelle in alto a destra). La perdita, in termini economici, per il pensionato - poche decine di euro all'anno di minor pensione - sarebbe compensata con l'aumento dei contributi versati, visto l'obbligo di una più lunga permanenza al lavoro rispetto alle regole attuali, requisito che tra l'altro soddisferebbe anche la richiesta della Ue di far crescere l'età media di pensionamento.

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