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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2011 alle ore 14:09.

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Berlusconi: voteremo manovra per senso di responsabilità ma Monti ci ascoltiBerlusconi: voteremo manovra per senso di responsabilità ma Monti ci ascolti

Lo aveva detto ieri ai cronisti prima di lasciare la Camera dopo le comunicazioni di Mario Monti. E lo ha ripetuto anche ai suoi oggi nell'ufficio di presidenza del Pdl: il ricorso alla fiducia per il decreto "salva-Italia" è un passaggio necessario per il Governo. Ma la blindatura del pacchetto anti-crisi serve a Silvio Berlusconi soprattutto per tenere a bada i tanti mal di pancia interni che accompagnano le misure dell'esecutivo e che rischiano di spaccare il partito. Ecco perché, in cuor suo, l'ex premier confida nella realpolitik del professore. «Questa non è la nostra manovra, non è la manovra del Pdl e ciò deve essere chiaro. Ma la voteremo solo per senso di responsabilità», è il ragionamento che il Cavaliere consegna allo stato maggiore di Via dell'Umiltà al quale ribadisce che «se il Pdl non appoggiasse il Governo, Monti non reggerebbe».

Berlusconi: siamo il principale supporto del Governo, Monti ne tenga conto
Berlusconi ha in testa una chiara strategia. Non vuole intestarsi la paternità della manovra anche per evitare una pesante emorragia dell'elettorato che rischia di abbandonarlo e di votare la Lega. Ma non vuole nemmeno lasciare il boccino nelle mani degli altri partiti, a cominciare da Pier Ferdinando Casini, che ha assicurato il suo sostegno all'esecutivo senza se e senza ma. «Il Pdl è il principale supporto del Governo e Monti ne deve tener conto. Noi non faremo mancare il nostro sostegno». Cosa poi significhi tutto ciò lo chiarisce il segretario Angelino Alfano. «Dobbiamo difendere il nostro onore e quanto di buono abbiamo fatto. Occorre sostenere il Governo Monti con un atteggiamento costruttivo e non di pura condiscendenza».

Il Cavaliere minimizza su Bossi: sa che da solo non vince al Nord
Il Pdl è quindi a un bivio. Ma deve fronteggiare anche la concorrenza della Lega che punta a intercettare il malcontento dell'elettorato di centro-destra per rafforzare le sue posizioni. E, anche se il premier davanti ai suoi minimizza, i rapporti tra il Cavaliere e il Senatur sono ai minimi storici. Sebbene, poi, l'ex presidente del Consiglio si dica certo che «Bossi deve riconquistare i suoi elettori ma sa che la Lega da sola al Nord non vince. La Lega sta praticamente facendo opposizione e pubblicamente ci definisce ex alleati, ma dai singoli ho rassicurazioni quotidiane della loro vicinanza. Occorre tenere un rapporto con la Lega anche sotto il profilo umano e anche attraverso il lavoro dei capigruppo. In futuro saremo ancora con loro».

L'ex premier suona la carica: possiamo vincere le elezioni
Nel futuro, per l'ex premier, ci sono anche le elezioni. E qui il refrain del Cavaliere non cambia. La scelta di appoggiare il Governo Monti era obbligata, è la riflessione di Berlusconi con i suoi, anche perché se fossimo andati alle elezioni ci avrebbero addebitato la colpa della crisi. Ma Berlusconi è ancora convinto di potersi assicurare la vittoria alle urne. «Siamo ancora il primo partito d'Italia, siamo al 28,1% - spiega Berlusconi - e abbiamo concrete possiblità di vincere alle prossime elezioni». E per convincere i suoi tira fuori i dati del 2006 quando, prosegue, «siamo stati in grado di recuperare 13 punti».

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