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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2011 alle ore 14:12.

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Vasco Errani (Ansa)Vasco Errani (Ansa)

Le Regioni chiedono chiarezza sulla manovra al Governo Monti. Così, dopo l'incontro di domenica che aveva segnato il sostanziale via libera al decreto salva-crisi, i governatori sollecitano un incontro per far luce sul tema del trasporto pubblico locale. A riferirlo, al termine della Conferenza delle Regioni convocata stamane a Roma, è il presidente Vasco Errani. «Diamo un giudizio positivo dell'incontro che abbiamo avuto domenica, ma abbiamo bisogno di chiarezza perché i testiche circolano non sono coerenti».

Ecco la richiesta delle Regioni sul Tpl
Al centro del confronto c'è sempre il tassello spinosissimo delle risorse. Le Regioni vorrebbero la fiscalizzazione dal 2012. «Se inizia dal 2013 - chiarisce Errani - chiediamo un finanziamento di 1 miliardo e 200 milioni aggiuntivi rispetto ai 400 milioni che sono attualmente previsti in manovra». Solo così, avverte il governatore dell'Emilia Romagna, «il sistema del trasporto locale può reggere e garantire un livello minimo di sostenibilità del servizio».

L'aumento dell'addizionale regionale a copertura del piano sanitario
I governatori poi sollecitano poi precisi confini per quanto riguarda l'aumento della tassa regionale nella parte decisa a livello nazionale (per ora l'incremento è fissato dallo 0,9% all'1,23 per cento). «Deve garantire - prosegue Errani - il finanziamento del piano sanitario». Poi è indispensabile «attivare immediatamente la commissione speciale sui costi delle istituzioni e per le riforme. Il tema delle province - precisa Errani - va messo dentro a questa discussione».

Incontro forse già la prossima settimana
Le Regioni dunque vogliono un supplemento di confronto con l'esecutivo e l'incontro e, aggiunge Errani, «immagino che l'incontro con il Governo avverrà la prossima settimana affinchè noi possiamo poi dare il nostro parere definitivo sulla manovra nelle conferenze unificata e Stato-regioni» che si terranno nelle prossime settimane.

I governatori contro la tassa sugli yacht: colpisce la competitività
Ma c'è un altro capitolo della manovra che i governatori mostrano di non gradire ed è la tassa sulle barche di lusso (da 7 a 150 euro al giorno per stazionare in porto, navigare o anche solo restare ancorate in acque pubbliche) che vale, secondo le stime diffuse ieri dall'Osservatorio nautico nazionale «285 milioni di euro». Per i governatori il balzello mette a rischio la competitività. «Chiediamo al Governo - spiega Errani - di valutare il tema della tassa di stazionamento degli yacht che rischia di essere un elemento che mette in discussione la competitività del sistema dei porti. Altra cosa è una tassa sulla proprietà che avrebbe un significato diverso, una sorta di patrimoniale». Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, è critico. «La tassa sullo stazionamento delle barche di lusso significa far perdere al Veneto le 32mila presenze turistiche che arrivano ogni anno dal mare». «È una tassa demagogica», attacca la presidente del Lazio, Renata Polverini. Anche su questo le Regioni proveranno a ottenere una correzione.

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