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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2011 alle ore 12:23.

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Vladimir Putin parla alla riunione del Fronte Popolare a Mosca, Russia (AP)Vladimir Putin parla alla riunione del Fronte Popolare a Mosca, Russia (AP)

La responsabilità per le proteste di piazza che stanno dilagando in Russia è degli Stati Uniti. E in particolare di Hillary Clinton, il segretario di Stato americano, che lunedì scorso ha messo in dubbio la correttezza delle votazioni: «Ha lanciato un segnale, senza neanche aspettare il rapporto degli osservatori - ha attaccato Vladimir Putin, commentando per la prima volta la rivolta contro i brogli denunciati durante le elezioni di domenica scorsa - dall'estero stanno cercando di influenzare il processo politico interno. Ma noi difenderemo la nostra sovranità».

Il presidente Dmitry Medvedev ha annunciato che le autorità russe apriranno un'indagine sui presunti brogli nel corso delle elezioni di domenica scorsa. Secondo Medvedev, i risultati delle elezioni sono comunque stati in linea con le attese della vigilia.

Dalla parte di chi chiede un nuovo voto c'è anche Mikhail Gorbaciov. E' una presa di coscienza che sta crescendo, soprattutto tra i giovani, che è uscita oltre i confini di Mosca e Pietroburgo e ora coinvolge altre città, Rostov sul Don, Ekaterinburg. Potrebbe toccare un punto cruciale sabato prossimo, quando nella piazza della Rivoluzione accanto al Cremlino è stata annunciata una manifestazione, autorizzata solo a 300 persone. Ma tra Facebook, Twitter e Vkontakte - un social network diffusissimo in Russia - le adesioni stanno crescendo, superano le 30mila persone: anche chi finora riteneva sufficiente votare contro il sistema nelle urne, o leggendo i blog anti-Putin al computer, ora viene coinvolto dagli appelli a farsi sentire nelle strade. Ma già per le vie del centro si vedono le colonne di blindati e di camion delle truppe, si parla di un "battaglione ceceno" schierato in attesa. E Putin ha chiarito: ogni violazione della legge sarà fermata dalle forze dell'ordine "con tutti i mezzi legali", poiché la gente non vuol vedere la Russia nel caos "come è accaduto in Ucraina e in Kirghizistan".

E' facile immaginare che l'evento di sabato possa degenare, gli organizzatori temono che tra i partecipanti si infiltrino dei provocatori. Fanno appello alla responsabilità, invitano a suonare l'inno nazionale russo: «Guardate chi avete vicino - scrivono per esempio sulla pagina di Facebook dedicata alla manifestazione - non unitevi a chi griderà "Rivoluzione", non urlate "Abbasso Putin", comunicate con i poliziotti: perché sono con noi». Ma intanto, improvvisamente ieri sulla piazza della Rivoluzione sono apparse delle trasnenne che bloccano il passaggio, e oggi il Comune annuncia che - per combinazione - dal 10 dicembre prossimo sulla piazza verrà aperto un Teatro del ghiaccio unico al mondo, nell'ambito del Festival dell'inverno russo. Verranno schierati i personaggi di una fiaba, Teremok: leprotti, lupetti e orsacchiotti...

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