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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2011 alle ore 16:07.

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La scuola olandese dell'Aiax degli anni Settanta
A Cruyff va comunque ridato ciò che gli spetta ovvero la palma del trascinatore di quella straordinaria scuola di calcio che è stato tra il 1971 e il 1974 l'Aiax di Rinus Michels. Sono loro i precursori del calcio totale poi applicato e reso sistema da Sacchi. Lo testimoniano tre Coppe dei campioni e i successi della nazionale olandese fondata sul blocco Aiax. Tre soli anni, ma di grande intensità di quei rivoluzionari del pallone, fermati solo nella finale dei Mondiali del 1974 dall'armata tedesca.

L'Inter di Herrera degli Anni Sessanta
Pressing o il più casereccio taca la bala. Fu un argentino naturalizzato francese e poi italiano di fatto che sconvolse i riti immutabili del calcio degli anni Sessanta. La Grande Inter (due Coppe campioni, due intercontinentali, tre scudetti e altri trofei) di Angelo Moratti fu plasmata da questo ciclone in panchina che parlava in continuazione, spingendo il pubblico con la sua mimica e i suoi atteggiamenti allora non solo irrituali, ma blasfemi. Uomo carismatico, fece dei lettini dello spogliatoi uno studio di seduta psicanalitica. Personaggio controverso, più odiato che amato, ha lasciato comunque un segno indelebile nella storia della società nerazzurra e del calcio, anche grazie ai grandi campioni  che non solo i tifosi dell'Inter sgranano come un rosario: da  Facchetti a Picchi passando per Suarez sino a Jair, Mazzola e Corso.

Il Real Madrid degli anni Cinquanta
Doverosa, infine, la citazione delle camisete blanche del Real Madrid che negli Anni Cinquanta imperversarono nel calcio europeo. Una vera e propria dittatura con la conquista di cinque Coppe dei campioni. La grande tecnica fu alla base della serie di trionfi e non a caso l'autentico trascinatore fu un giocatore entrato nella leggenda del calcio, Alfredo Di Stefano, saeta rubia, primo violino di quello straordinario gruppo.

In questa rassegna mancano all'appello squadre che pure hanno raggiunto alte vette di gioco, ma che vanno considerate più quali grandi interpreti che innovatrici: il Manchester United  condotto da oltre un quarto di secolo dal maestro e baronetto Ferguson; le grandi Juventus prima del Trap e poi di Lippi.
Poi ciascuno è libero di ricorrere al più solido degli argomenti: le somma delle coppe in bacheca. Che dicono molta verità, ma non tutta perché spesso chi semina raccoglie meno di quanto meriterebbe.

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