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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2011 alle ore 09:26.

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Secondo il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, sussistono forti sospetti che l'omicidio di Muammar Gheddafi, il 23 ottobre scorso a Sirte, integri un crimine di guerra: lo ha affermato il procuratore capo, il giurista argentino Luis Moreno-Ocampo, secondo cui i magistrati dell'Onu stanno «sollevando le proprie preoccupazioni» presso il nuovo governo libico ad interim, cui si chiede inoltre di illustrare come intenda indagare sui reati commessi da ambedue gli schieramenti contrapposti durante il recente conflitto.

«La morte di Gheddafi è una delle questioni che vanno chiarite, va chiarito che cosa è successo, perché ci sono seri sospetti che si sia trattato di un crimine di guerra», ha notato Moreno-Ocampo. «Stiamo collaborando molto strettamente con il governo della Libia, che deve gestire una situazione estremamente complessa», ha sottolineato, aggiungendo che egli stesso si metterà in contato con i Paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ottenerne eventuali elementi di prova. Il procuratore capo ha quindi riferito che alle autorità di Tripoli è stata inviata una lettera nella quale si chiede loro di comunicare entro il 10 gennaio prossimo se intendano consegnare al Tpi o meno Seif al-Islam, il secondogenito ed erede designato del defunto Colonnello, attualmente in carcere.

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