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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 alle ore 10:00.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2011 alle ore 10:13.

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(AP)(AP)

di Gianandrea Gaiani. All'interno articolo di Roberto Bongiorni

Le circostanze non sono ancora state chiarite ma Muammar Gheddafi «è stato ucciso dai rivoluzionari», come ha annunciato ieri il portavoce ufficiale del Consiglio nazionale di transizione a Bengasi, Abdel Hafez Ghoga: l'ultimo capitolo della sua vita e del suo regime durato 42 anni si è consumato ieri a Sirte, sua città natale e ultima roccaforte dei lealisti espugnata dai miliziani, a causa di un raid aereo francese contro un convoglio in fuga dalla città. All'attacco hanno partecipato anche droni americani.

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L'attacco ha distrutto alcuni veicoli incluso quello su cui viaggiava Gheddafi inseguito dalle jeep del Cnt che avrebbero aperto il fuoco sul Colonnello e le sue guardie del corpo.

Secondo il ministro dell'Informazione del Cnt, Mahmoud Shammam, Gheddafi «è stato ucciso in un attacco dei combattenti» ma per al-Jazzeera sarebbe stato colpito e poi trasferito in ambulanza a Misurata. Un video mostra il raìs ferito sostenuto dai miliziani che lo hanno adagiato sul cofano di una jeep mentre a Misurata un medico che ha potuto esaminare il cadavere ha detto che Gheddafi è morto in seguito a ferite alla testa e allo stomaco. L'ennesima versione, riportata dalla Bbc, riferisce di un giovane miliziano che avrebbe scovato Gheddafi in un tunnel nel centro di Sirte. Il colonnello lo avrebbe implorato di non sparare, ma lui ha aperto il fuoco e preso dal cadavere la pistola d'oro che portava alla cintola.

L'ambasciatore libico a Roma, Abdul Hafed Gaddur, racconta che Gheddafi è stato bloccato con l'auto sulla quale fuggiva, una Corolla verde. «Una volta circondato, è sceso dall'auto ma è stato colpito dai proiettili alle gambe, all'addome e alla testa durante una sparatoria ingaggiata con le guardie del corpo del raìs. Ferito, Gheddafi è stato caricato su una macchina in direzione dell'ospedale di Misurata, ma è morto durante il tragitto». Sarà seppellito, dicono le nuove autorità libiche, in una località segreta.

Con il raìs, dopo di lui, sono caduti anche i suoi fedelissimi: i due figli guerriglieri Mutassim e Saif: le notizie della morte non vengono confermate ma sembra certa la cattura. Il presidente del Cnt, Abdel Jalil, dovrebbe annunciare entro oggi la liberazione totale del Paese e anche la Nato, che nelle ultime settimane ha ridotto sensibilmente il numero di missioni (finora oltre 26mila delle quali 9.600 da attacco) e di velivoli impegnati, potrebbe annunciare la fine delle operazioni militari sulla Libia dopo una riunione d'urgenza del Consiglio Atlantico. Una decisione attesa soprattutto a Roma, dove il Governo non ha rinnovato il decreto, scaduto il 30 settembre, che autorizza e finanzia la partecipazione al conflitto.
A Sirte sono stati arrestati il capo dei servizi segreti Abdullah Senussi e il capo dei servizi di sicurezza interna Mansour Daou e secondo al-Arabiya anche il ministro dell'Istruzione Ahmed Ibrahim e uno dei consiglieri di Mutassim, il figlio di Gheddafi.

Le notizie, ancora frammentarie, indicherebbero che tutti gli esponenti del regime erano barricati a Sirte (questo spiegherebbe anche la straordinaria resistenza dei lealisti) e non nascosti nel deserto del Fezzan, ai confini con il Niger, sotto la protezione dei tuareg dove anche le più recenti informazioni trapelate dai servizi segreti italiani indicavano il nascondiglio di Gheddafi.

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