Bagnasco: la politica faccia il bene comune

Il cardinale Angelo Bagnasco (Emblema)

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In un'ottica politica «distorta e parziale» vincerebbe «la prassi della sistematica delegittimazione, della contrapposizione sterile»: e «chi ci perde è la gente», che «ha diritto di avere certezze, di essere nei pensieri» dei «responsabili della cosa pubblica». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente Cei, durante la messa celebrata per i deputati e i senatori nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva.

La dottrina della Chiesa
Il bene comune «non è la somma dei beni individuali, ma, secondo la Dottrina Sociale della Chiesa, è l'insieme delle condizioni per cui i singoli, i gruppi e la società intera, possono realizzare meglio la propria specifica vocazione», ha sottolineato Bagnasco, aggiungendo che «è indubbio che la persona sia un soggetto etico, vale a dire responsabile delle proprie azioni in riferimento a dei valori oggettivi e universali che la mettono in rapporto con Dio, se credente, con gli altri e con il mondo».
«Ma se la persona può essere morale o immorale - ha proseguito il presidente della Cei -, se deve fare il proprio dovere per sé e per la comunità, anche la società o i gruppi intermedi lo possono essere. E la scelta decisa di tutti dev'essere l'etica del pensare e dell'agire, perché - ha concluso - solamente questa via costruisce un'umanità degna e serena».

«La dignità eroica dell'Italia»
La crisi globale determina «preoccupazioni e difficoltà», «ma il patrimonio spirituale e culturale, la dedizione e lo spirito di generosità e di sacrificio del nostro popolo sono sempre vivi», ha sottolineato Bagnasco, ed è tuttora sorgente di dignità anche eroica».
«La radice sempre viva è la fede e il Vangelo, è il Signore che è più intimo a noi di noi stessi. Questa profonda e incomparabile ricchezza non va smarrita», ha raccomandato Bagnasco di fronte all'uditorio di politici. «Che il Signore ravvivi in tutti la fiducia e il coraggio che ci fanno guardare avanti con decisione, lungimiranza e passione», è stato il suo augurio conclusivo.

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