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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2012 alle ore 08:07.

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In Iowa si apre la caccia all'anti-Obama. Corsa a tre fra Romney, Paul e SantorumIn Iowa si apre la caccia all'anti-Obama. Corsa a tre fra Romney, Paul e Santorum

Forse Mitt Romney ce la farà oggi in Iowa, il primo appuntamento elettorale delle politiche 2012 in America, ma non si può escludere che il libertario iconoclasta Ron Paul possa superarlo in dirittura d'arrivo e che l'ultraconservatore religioso Rick Santorum, sconosciuto fino a un mese fa, finisca per guastargli la festa. Insomma la stagione elettorale per il Partito repubblicano si apre oggi con i caucus in Iowa all'insegna dell'incertezza, con un elettorato ancora alla ricerca di un candidato che possa entusiasmare e sconfiggere Barack Obama in novembre.

Mitt Romney resta il candidato più adatto a dare filo da torcere a Obama, almeno così dicono i sondaggi, ma indubbiamente continua a non essere capace di entusiasmare il partito. In Iowa l'ex-finanziere della Bain Capital ed ex-governatore del Massachusetts non è mai riuscito a sfondare la soglia del 25% e nell'ultimissimo sondaggio del Des Moines Register resta alla pari al 24% con Ron Paul, un candidato che predica l'abolizione della Federal Reserve e l'interruzione degli aiuti militari a Israele.

Nel frattempo l'astro dell'ex-presidente della Camera Newt Gingrich, che a metà dicembre aveva superato il 35% nei sondaggi in Iowa, si è schiantato negli ultimi 15 giorni sotto i colpi dei pesanti attacchi dei rivali e l'ultimo rilevamento gli dà non più del 12% dei voti. Tra la sorpresa generale si è fatto largo infine un nuovo contendente, l'ex-senatore della Pennsylvania Rick Santorum, dato per spacciato fino a un mese fa. Grazie all'appoggio degli evangelici, Santorum ha triplicato le preferenze e sorpassato Gingrich passando dal 5% al 15% nei sondaggi nel giro delle ultime quattro settimane. La sua ascesa è stata così fulminea e imprevista da non dar tempo ai suoi due rivali di punta Romney e Paul di attaccarlo pubblicamente e rallentare la sua corsa.

Non si può escludere quindi che oggi in Iowa, un piccolo stato rurale e religioso dove il 60% dell'elettorato repubblicano si definisce cristiano rinato, vinca un candidato di estrema destra come Paul o, seppur con minore probabilità, Rick Santorum. Dopo tutto nelle primarie del 2008 in Iowa stravinse Mike Huckabee, un altro ultraconservatore religioso la cui stella tramontò poche settimane dopo; il candidato che alla fine del processo elettorale ottenne la nomination, John McCain, in Iowa raccolse solo il 13% dei consensi.

Le primarie in Iowa quindi non hanno tradizionalmente gran potere previsivo per quanto riguarda la scelta del candidato che otterrà la nomination, ma hanno il compito di rimpicciolire la rosa dei candidati e dare una spinta a livello nazionale a quelli che otterranno più consensi. Se non riusciranno a raggiungere almeno il 10% dei voti, i più deboli - Rick Perry del Texas, Michele Bachmann del Minnesota e Jon Huntsman dello Utah - saranno probabilmente costretti a gettare la spugna. Anche Newt Gingrich, già a corto di finanziamenti, rischia di doversi ritirare se dovesse raccogliere meno del 10-15% dei voti.

Un buon esito per Romney in Iowa potrebbe sancire l'inevitabilità della sua nomination, un risultato che molti repubblicani faranno fatica a digerire. La destra cristiana lo guarda con sospetto per la sua fede mormona; i conservatori del Tea Party non gli perdonano la riforma sanitaria (molto simile alla riforma Obama) avviata in Massachusetts quando era governatore; i moderati lo criticano per avere cambiato idea troppo spesso su questioni centrali come l'aborto, l'aumento delle tasse, la protezione dell'ambiente e le armi; e tutti gli altri non riescono a entusiasmarsi per un uomo freddo, impacciato sul podio, incapace di comunicare con il popolo.

La popolarità di Romney resta comunque alta in New Hampshire, lo Stato che voterà subito dopo l'Iowa, fra una settimana. Lì Romney ha l'appoggio del 41% dell'elettorato repubblicano contro il 15% per Paul, l'11% per Gingrich e un mero 4% per Santorum. Neanche il New Hampshire, uno Stato laico e liberal, è del tutto rappresentativo dell'elettorato americano: le prospettive per Mitt Romney potrebbero iniziare a chiarirsi quindi alla fine di gennaio con il voto in South Carolina.

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