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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2012 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 07 gennaio 2012 alle ore 12:12.

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di Celestina Dominelli
L'Italia con la manovra approvata il 23 dicembre ha fatto la sua parte ma per fronteggiare la crisi occorre che «tutti i componenti» dell'Unione Europea facciano altrettanto. «Noi continueramo a fare la nostra parte». Il giorno dopo la tappa parigina, dove ha incontrato il suo omologo Francois Fillon e il presidente francese Nicolas Sarkozy, Mario Monti si immerge nei festeggiamenti di Reggio Emilia per l'anniversario della festa del Tricolore e lancia un messaggio forte.

«Nessuno può immaginare che l'Europa rinunci a crescere. Non è problema di Nord o Sud. Nessun paese è tanto forte da andare avanti solo, ma ciascuno ha bisogno di attuare politiche comuni e coordinare la crescita». Quanto alle prossime sfide, Monti assicura che «faremo saltare i colli di bottiglia» con le liberalizzazioni e si dice convinto che il Paese riuscirà ad affrontarle. «Se guardiamo dentro di noi sappiamo che l'Italia ce la può fare, l'Italia ha sempre risposto nei momenti di difficoltà». Servono «sacrifici», ne abbiamo chiesti «a tutti ma il Governo seguirà come stella polare giustizia sociale e equità».

Monti: vogliamo un'Europa con i conti in ordine
L'Italia, osserva il premier, «ha dato contributo decisivo con incisiva azione. Un'azione eccezionale e coraggiosa, ha detto ieri Sarkozy, in tempo eccezionalmente breve, con una volontà compatta dell'Italia e della politica che ha saputo dare il meglio di sé nell'interesse dell'Italia». Tutto questo, però, ragiona Monti, non basta. Ora la scossa deve arrivare dall'Europa. «Vogliamo anche noi - sottolinea - un'Europa con i conti in ordine che riesca a raggiungere la stabilità anche accettando meccanismi severi, che sono nel nostro comune interesse». Quanti danni, aggiunge il premier, «sono stati fatti inconsapevolmente dicendo di sì ad ogni istanza sociale senza riguardo al fatto che mentre dire dei no dopo scelte difficili e responsabili comporta costi politici nel presente, dire di sì a tutti comporta costi drammatici per coloro che non votano e forse non sono ancora nati».

Continueremo su lotta all'evasione, il mio sostegno a Gdf e Agenzia entrate
Da Reggio Emilia, poi, il presidente del Consiglio spezza una lancia a favore di chi combatte l'evasione cercando di spazzare via le polemiche che hanno travolto il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, dopo il blitz a Cortina. «L'espressione "mettere le mani nelle tasche degli italiani" non mi ha mai persuaso e comunque è incompleta» perché a metterle «nelle tasche dei contribuenti onesti» sono «gli italiani che evadono» e quei «privilegi e rendite» che sono «un inciampo al gioco della concorrenza e del mercato». «Continueremo», prosegue Monti, sulla linea dei «già importanti strumenti contro l'evasione» fiscale, ha spiegato Monti, perché «è inammissibile che una quota importante di ricchezza sfugga alla tassazione accrescendo la pressione tributaria su cui non può sottrarsi al Fisco". In ogni caso «agli uomini e alle donne della Gdf e Agenzia e a tutti coloro che con impegno e rischi provvedono che si riduca» l'evasione «voglio dire il mio grazie e assicurare il mio appoggio».

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