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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2012 alle ore 08:10.

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Ecco quello che l'Italia ragionevolmente si aspetta dall'Europa. Ma poi andranno portati avanti i compiti a casa. E ancora una volta è la crescita la parola chiave. Già domani il Governo comincerà la serie di incontri con le parti sociali. Sul tavolo il tema chiave del mercato del lavoro. Su questo il premier dà importanza fondamentale al dialogo. Ma lancia un messaggio chiaro e forte: «Bene gli aspetti giuridici, ma deve essere chiaro che ci troviamo di fronte a un problema di crescita carente e di malfunzionamento del sistema economico con una conseguente alta disoccupazione giovanile». Per Monti bisogna partire da qui: bisogna dare un'attenzione nuova alle conseguenze economiche di ciò che sarà fatto sul terreno del lavoro. «Vanno quindi certamente garantiti diritti e tutele, ma dando pari importanza agli effetti sull'attività. Troppe volte - è la convinzione di vecchia data del premier - si è guardato più all'etica dell'attenzione e meno all'etica della responsabilità e quindi alle conseguenze dirette sui soggetti interessati. Serve invece pragmatismo. Anche il capo dello Stato, del resto, ha sottolineato come la coesione sociale sia un valore anche economico, ma va conseguita con strumenti che non penalizzino la competitività».

Sarà una trattativa difficile. E Monti ne è ben consapevole. Forse anche per questo ieri ha tenuto a ribadire con forza, nel corso del suo intervento pubblico alle celebrazioni del Tricolore a Reggio Emilia, lo sforzo del Governo contro l'evasione fiscale. Non si possono chiedere sacrifici importanti ai lavoratori e a tutti se c'è chi continua a non pagare le tasse, è stato il centro del suo ragionamento. È necessario evitare tassazioni eccessive e gli accertamenti devono essere rispettosi, ma vanno fatti e va sostenuto chi li fa perché tutti paghino le tasse che competono loro.

Eppoi la riflessione, sempre a Reggio Emilia, sull'esigenza di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Monti ci torna sopra anche più tardi nelle conversazioni private: «Non mi ha mai convinto perché è almeno incompleta: non è solo lo Stato a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, sono anche gli evasori a metterle in quelle di chi invece le tasse le paga e sono i titolari di posizioni di rendita, di monopolio, a metterle nelle tasche dei consumatori». Nel decreto «che abbiamo approvato ci sono perciò misure importanti di contrasto all'evasione e ora approveremo anche quelle in favore delle liberalizzazioni». Responsabilmente il Governo non ha indicato i proventi della lotta all'evasione a copertura della manovra. Perciò l'auspicio di Monti è ora «che quella stretta porti un gettito ulteriore da poter utilizzare, almeno in parte, per ridurre le imposte sulla produzione, sul lavoro e sulle famiglie».

Resta un certo scetticismo, invece, verso la possibilità di un'intesa, sulla scia di Germania e Regno Unito, con la Svizzera per recuperare gettito dai capitali espatriati che oggi sfuggono al fisco. «Ci sono pro e contro in quelle intese. Ci sono critiche forti a livello comunitario, anche perché è comunque una forma di condono. Anche per questo mi stupiscono gli attacchi che vengono da forze tradizionalmente dure sui condoni».
In tema di tasse Monti dà anche grande importanza al lavoro svolto da Vieri Ceriani sul fronte delle agevolazioni fiscali. «Non è un caso se l'ho nominato sottosegretario, la sua catalogazione è fondamentale per un riordino che ritengo necessario».

Sarà un altro passaggio non facile per il Governo. Ancora una volta sarà importante il rapporto con l'opinione pubblica, prima ancora del necessario sostegno dei partiti in Parlamento. E in questo senso Monti è consapevole che c'è un capitolo che non può più rinviare. Quello dei costi della politica. Non gli è piaciuto neppure un po' che la precisazione che sugli stipendi dei parlamentari la competenza non è del Governo sia stata letta da qualcuno come un lavarsene le mani. L'auspicio è che il Parlamento faccia in fretta per quanto gli compete. «Di certo il Governo prenderà presto misure forti sui costi del sistema politico-burocratico». Monti non vuole anticipare nulla, ma il lavoro - assicura - «è a buon punto».

Sulla questione della legge elettorale, al contrario, il premier ribadisce la scelta di voler rispettare il dialogo e le decisioni che si stanno sviluppando tra i partiti. Non senza auspicare che un'intesa possa portare a un sistema politico meno conflittuale e più efficace dopo la parentesi del Governo dei tecnici.

E i conflitti di interessi che di tanto in tanto vengono sollevati a carico di membri del governo? «Entro i termini (tre mesi dalla nascita del Governo, ndr) faremo le previste dichiarazioni di trasparenza e sarà chiaro che non ci sono posizioni di conflitto. Andremo oltre ogni interpretazione anche estensiva delle normative».

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