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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2012 alle ore 13:08.

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Azzardopoli: il gioco frutta 86,1 miliardi all'annoAzzardopoli: il gioco frutta 86,1 miliardi all'anno

Il nome suona come un gioco di società ma non lo è: "Azzardopoli". È la città virtuale del gioco – legale e no - che Libera, con un dossier presentato oggi a Roma, ha fotografato in ogni pedina del tracciato.
A partire dal fatturato, che ha diviso tra legale e illegale. Il primo nel 2011 ha fruttato 76,1 miliardi e pone l'Italia al primo posto in Europa e al terzo posto nel mondo tra i Paesi che giocano di più.

Una cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute e, addirittura, otto volte di più di quanto viene riversato sull'istruzione. In media è come se ogni italiano – neonati compresi – puntassero ogni anno 1.260 euro. Le macchinette "mangiasoldi" in Italia sono almeno 400mila: una ogni 150 abitanti. Sfuggire da questa calamita (o calamità) è praticamente impossibile.

C'è poi il giro d'affari illegale, quasi tutto in mano alle mafie nazionali e internazionali, che si aggira sui 10 miliardi ma la cifra è stimata per difetto. I clan che si spartiscono la torta sono almeno 41. Con i soliti noti seduti al "tavolo verde": Casalesi della famiglia Bidognetti, Zagaria, Mallardo, Santapaola, Condello, Mancuso, Cava, Lo Piccolo e Schiavone, solo per citare alcuni cognomi in ordine sparso. "Le mafie sui giochi – commenta il dossier di Libera - non vanno mai in tilt e di fatto si accreditano ad essere l'undicesimo concessionario occulto del Monopolio".

Non si può certo dire che lo Stato stia a guardare. Sono infatti 10 le Direzioni distrettuali antimafia che nell'ultimo anno hanno effettuati indagini e 22 le città nelle quali nel 2010 sono stati effettuate indagini e operazioni delle forze di polizia con arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata. Ricordiamo che anche l'ultimo efferato omicidio a Roma di un commerciante cinese e di sua figlia potrebbe essere legato anche al tentativo di forzare la mano ai gestori cinesi del locale, che avrebbero potuto (o dovuto) ospitare slot machines. E proprio la capitale ha un primato nazionale: 294 sale e più di 50mila slot machine distribuite tra Roma e provincia. Ma la città eterna ha anche il più grande locale d'Europa: a piazza Re di Roma, nel quartiere Appio, con 900 postazioni di gioco.

Il gioco – legale o meno che sia – sta ormai diventando un fenomeno sociale: si stima che siano almeno 800mila le persone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi due milioni i giocatori a rischio.

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