Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 07:53.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2012 alle ore 06:45.

My24

Prima ha parlato di asse franco-tedesco, poi di asse franco-italiano, poi di triplice asse franco-tedesco-italiano. Il tutto, naturalmente, nell'interesse dell'Europa. E ora? Per ora niente.

Dopo aver rivendicato la centralità della Francia nei piani di salvezza dell'euro e dell'Europa, Nicolas Sarkozy sembra aver messo la questione in "stand by": l'urgenza non è più quella di affrontare la crisi del debito con i partner italiani e tedeschi, dando così un messaggio forte e chiaro agli euro-scettici, ma quella di evitare in casa una clamorosa débâcle elettorale. E dire che era stato proprio lui, in occasione del braccio di ferro di Bini Smaghi in Bce, a ricordare all'Italia che l'interesse dell'Europa viene sempre prima di tutto.
Ebbene, su richiesta francese, il vertice di Roma è stato rinviato a non si sa bene quando. A pochi mesi dalle elezioni presidenziali, Sarkozy ritiene prioritario delineare una strategia di recupero della sua popolarità oggi in caduta libera.

Non è una novità, è già accaduto con la Merkel. Ancora una volta l'Europa e la sua crisi finanziaria possono attendere, tanto più che la ricerca di una via d'uscita - oltre che difficile - rischia sempre d'impantanarsi nelle sabbie mobili della ricerca a tutti i costi di popolarità nel proprio elettorato. E così, anche - ma non solo - per questi ritardi, la crisi del debito greco sta costando un'infinità di più di quanto sarebbe stato possibile e sui mercati continuano a farla da padroni speculatori e agenzie di dubbio rating.
Inutile far appello al senso delle istituzioni e delle responsabilità globali, come sarebbe altrettanto inutile domandarsi il costo che anche la Francia - come gli altri - pagherà per atteggiamenti miopi e di corto respiro. Ricordando l'orgoglioso «C'est la France!» col quale il Presidente De Gaulle chiudeva ogni suo discorso alla nazione, si può però chiedere «Che sarebbe la Francia, oggi, senza l'Europa?»

E per restare in tema, potremmo anche riesumare Immanuel Kant: «La storia della razza umana - scriveva il filosofo tedesco - vista nell'insieme, può esser considerata come la realizzazione d'un occulto disegno della natura, quello, cioè, di creare una costituzione politica, internamente ed esternamente perfetta, come un unico Stato, in cui tutte le attitudini da esso inculcate negli uomini possano svilupparsi perfettamente». Quanto è lontana da queste parole la situazione europea... L'occulto disegno non gli tornerebbe per nulla, perché gli mancherebbe totalmente (e non solo a lui) la comprensione della linea strategica dei tedeschi e dei francesi.

Shopping24

Dai nostri archivi