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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2012 alle ore 19:50.

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Gentile direttore,
vorremmo provare a fare ancor più chiarezza sul tema "treni notte" dopo la nostra replica e la controreplica di Malan.
Non per puntiglio ma per aiutare i vostri lettori ad avere il quadro più completo possibile della situazione.
Iniziamo dal titolo dell'articolo, compendio di tutto il ragionamento: se è vero che "in Italia (i treni notte) li tagliano", un epilogo più aderente alla realtà avrebbe dovuto suonare "in Europa lo hanno già fatto, e ne restano pochi". Perché così è, documenti e numeri alla mano

Quelli che ci sono "costano poco"? Non è così, sempre che non ci si fermi alle offerte "a rapido esaurimento". I prezzi medi parlano chiaro. Tutto documentabile (cfr. tabelle allegate). In Italia il biglietto costa mediamente la metà. Sia sulle rotte Sicilia/Puglia – Milano/Torino che oggi prevedono l'integrazione con altri servizi, prevalentemente AV, sia su rotte solo notturne come Palermo – Roma o Lecce – Bologna. E la metà non si giustifica con il diverso "potere d'acquisto", intanto perché una Spa, ancorché a capitale interamente pubblico, deve essere gestita secondo criteri di economicità e poi perché i prezzi si confrontano con i costi, e non col potere d'acquisto.

Veniamo ai corrispettivi pubblici. L'ultimo contratto di servizio prevede corrispettivi pari a circa 220 milioni di euro per il servizio universale, costituito non solo dai "notte" ma anche da Intercity ed Espressi con risultati operativi negativi, ossia costi superiori ai ricavi, però reputati dal committente Ministero dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti socialmente necessari. Nel 2011 i treni del servizio universale hanno avuto ricavi, da biglietti e da corrispettivi, di 134 milioni inferiori ai loro costi. Oltre 90 milioni era il passivo dei "notte". Che si mettano – come Malan auspica - a gara! Vedremo a parità di corrispettivi quali e quanti saranno i pretendenti.

Se può servire a capire meglio la questione ricordiamo che, in ambito regionale, dove le gare per l'affidamento non erano e non sono vietate, chi le ha fatte le ha viste, in più di una circostanza, andare deserte. Oppure ci siamo presentati solo noi. Perché? Offriamo un indizio: Trenitalia, per ogni passeggero che si muove per un chilometro ricava 12,9 cent di euro. Deutsche Bahn e Sncf, rispettivamente, 19,5 e 22,9. Per aprire alla concorrenza il mercato, è necessario che questo diventi profittevole per davvero e non solo in teoria. Che le gare riducano quindi i costi per il cliente, come immagina Malan, è tutt'altro che una certezza.

Cordialità
Federico Fabretti
Direzione Centrale Media
Ferrovie dello Stato Italiane

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