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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2012 alle ore 14:22.

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E sul fronte della corruzione?
Quando mi riferisco alla spesa io prendo in considerazione tutti i tipi di frode, tutti i tipi di illeciti. A partire dalle frodi comunitarie, dalle risorse finanziarie enormi che si disperdono, il fenomeno si spalma sul territorio. Non solo. C'è poi la la sanità. Il peso finanziario della sanità pubblica, impegnando una percentuale molto elevata del bilancio dello Stato, sollecita inevitabilmente il nostro interesse. E anche su questo filone, che definirei strategico, non ci affideremo soltanto agli strumenti ordinari cioè ai nuclei di polizia tributaria, ai reparti territoriali, ma useremo molto i nostri reparti speciali, che abbiamo creato a livello centrale proprio in virtù di una concezione moderna della polizia economica con specialisti che guardassero alla spesa.

Nel Mezzogiorno spesso economia in nero, corruzione e illeciti amministrativi si intrecciano con gravi danni al tessuto economico.
Il Mezzogiorno presenta certamente alti tassi di criminalità economica, quasi sempre legata all'attività mafiosa. Ci sono state inchieste che hanno portato a scioglimenti e commissariamenti di enti locali e amministrazioni. Abbiamo tuttora una nostra task force in Calabria, impegnata direttamente presso la Regione, su richiesta del suo Presidente, a favorire il processo di ricostruzione e razionalizzazione delle procedure di spesa, anche sotto il profilo contabile. Ma attenzione, perché nella nostra attività investigativa, partendo dal Sud, spesso si approda in luoghi che stanno in altre parti d'Italia, al centro come al Nord.

Le ultime manovre hanno esteso la punibilità penale per le violazioni tributarie. Potrà essere utile anche come deterrente?
Noi operiamo con i poteri di polizia giudiziaria per ricostruire le frodi più gravi. La nostra azione è prioritariamente orientata a individuare i comportamenti illeciti più pervasivi ed insidiosi, fondati su "alchimie" contabili, su costruzioni giuridiche e su contratti appositamente costruiti "a tavolino" da "ingegneri finanziari. Questi fenomeni non possono essere scoperti soltanto mediante l'esame della contabilità, ma richiedono l'esecuzione di complesse indagini di polizia giudiziaria. Perciò l'inasprimento delle sanzioni penali determinerà un incremento dei casi in cui sarà possibile utilizzare strumenti più incisivi per assicurare la pretesa erariale, come la confisca per equivalente dei proventi derivanti da reati tributari.

Tutela della spesa ma anche del made in Italy?
Dietro alla lotta alla contraffazione c'è anche un vero e proprio allarme sociale. È un fenomeno che non conosce crisi e che trae alimento dalle attuali tensioni economico-finanziarie, tenuto conto che la perdita di potere d'acquisto può spingere i consumatori a rivolgersi al "mercato del falso", che offre prodotti apparentemente a prezzi competitivi, ma di scarsissima qualità e spesso altamente pericolosi per la salute e la sicurezza. In questo senso dobbiamo tutelare non solo le casse dell'Erario, ma anche la salute dei cittadini.

La salute?
Certo. Pensi solo che delle 240 tonnellate di sigarette e prodotti da fumo di contrabbando sequestrate, 38 sono risultate anche contraffatte e altamente pericolose per la salute.

Comandante, è un programma molto vasto.
La Guardia di Finanza ha strumenti importanti e variegati che riguardano non solo le potestà tributarie ma anche i poteri di polizia giudiziaria. Per queste ragioni siamo in grado di combattere le forme più complesse e sofisticate di criminalità economica, compresa l'evasione. Abbiamo 600 reparti, i nuclei di polizia tributaria, i reparti speciali e quelli territoriali. Questo dispositivo presente capillarmente su tutto il territorio fa sì che ogni forma di illegalità trovi nella Guardia di Finanza un baluardo, in grado di reprimere questi fenomeni con professionalità.

Insomma lei dice che possiamo comprare quell'obbligazione di cui parlava all'inizio.
Noi ce la metteremo tutta. E i risultati dovranno arrivare. E' un'occasione che non possiamo permetterci di perdere perché il vento del consenso dei cittadini e dei media ora spira forte.

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