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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2012 alle ore 16:54.

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Il viceministro del Welfare Michel Martone (Ansa)Il viceministro del Welfare Michel Martone (Ansa)

«Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perché vuol dire che almeno hai fatto qualcosa». Il viceministro del Welfare Michel Martone apre con una battuta la sua prima uscita pubblica, in occasione della presentazione del nuovo contratto di apprendistato della regione Lazio. Una battuta che però ha suscitato subito accese critiche, sia da parte della politica che sul web, dove soprattutto gli studenti, sui social network, si sono scatenati contro il giovane (38 anni) viceministro.

Su Twitter, per esempio, #martone e #sfigato sono due dei principali trend topic. E c'è chi scrive «Steve Jobs era sfigato?», ricordando come la mente della Apple non avesse mai preso la laurea. C'è anche chi attacca Martone dandogli del figlio di papà (suo padre è il noto magistrato Antonio Martone) e puntando il dito contro la sua vita da «privilegiato». Per non parlare delle associazioni degli studenti universitari, da Azione Universitaria alla Rete degli Studenti.

Da IdV alla Lega, le critiche dei politici. La Santanché lo difende
«A quanto pare i giovani di questo Paese quando non sono bamboccioni sono sfigati. Così almeno sembrerebbe dalle dichiarazioni del vice ministro del lavoro. Martone ha perso un'occasione per tacere», ha detto il senatore Fabio Giambrone, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Istruzione. «Martone, inebriato dalla notorietà, dovuta anche al suo look da fighetto che ha bruciato le tappe , divaga su cose talmente serie come i tanti disoccupati giovani, moltissimi laureati, presenti in Italia - aggiunge la senatrice della Lega Nord Angela Maraventano - Se poi a 28 anni non ci si laurea non bisogna sentirsi sfigati, piuttosto lo è chi, quasi con cattiveria accademica, discetta purchè venga ripreso dai giornali per creare dibattito». A difendere Martone è invece Daniela Santanché del Pdl: «Martone ha assolutamente ragione. D'altronde non è un reato non fare l'università. Chi scalda i banchi fino a 28 anni senza fare nient'altro è uno sfigato. Per fortuna che qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo».

Martone spiega con una nota: mi rivolgevo a chi, pur non avendo nessun problema, si laurea troppo "comodamente"
Martone stesso si è detto poi stupito dalle reazioni alla sua battuta, tanto da voler diffondere una nota per spiegare il senso delle sue parole: «Non pensavo di suscitare tali reazioni ma, visto il dibattito, ci tengo a chiarire che, con la mia dichiarazione di oggi, non mi riferivo a tutti quei ragazzi che per necessità, per problemi di famiglia o di salute o perché devono lavorare per pagarsi gli studi, sono costretti a laurearsi fuori corso». «Mi rivolgo piuttosto - si legge nella sua nota - a tutti quegli studenti che, pur vivendo a casa con i genitori e non avendo avuto particolari problemi, si laureano "comodamente" dopo i 28 anni. Dieci anni per una laurea quinquennale sono troppi. Soprattutto per un paese come il nostro nel quale il terzo debito pubblico del mondo si sta mangiando il futuro di intere generazioni».

Fornero: non lo sgrido, sono già accusata di mobbing...
«Siccome vengo già accusata di fare mobbing nei confronti del viceministro Martone, con il quale ho un buon rapporto di collaborazione, se anche lo sgridassi per il linguaggio che usa, di cui non sono a conoscenza, chissà come verrei considerata». Con una battuta il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha risposto ad un senatore che l'ha invitata a "sgridare" il suo vice.

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