Storia dell'articolo
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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 13:57.
- 11 febbraio. Milioni di egiziani sono scesi in piazza nel «Venerdì della sfida», marciando verso la sede della tv di Stato e verso il palazzo presidenziale. Alle 18 il capo dell'intelligence Omar Sulieman annuncia alla tv di Stato che Mubarak si è dimesso.
- 21 febbraio. Un muro fuori al Monastero di Anba Beshoy viene demolito dall'esercito. Viene denunciato l'uso di proiettili veri.
- 25 febbraio. Circa duecento manifestanti vengono attaccatti dall'esercito e molti sono feriti. L'attacco era diretto contro un sit-in di protesta contro il primo ministro Ahmed Shafiq, nominato da Mubarak. Il giorno dopo l'esercito si è scusato, dicendo che l'attacco non era intenzionale.
2 marzo. Il premier Ahmed Shafiq si confronta sulla ONTV con lo scrittore Alaa Al Aswany, dopo di che si dimette.
- 3 marzo. L'ex ministro dei Trasporti Essam Sharaf prende il posto di Ahmed Shafiq come primo ministro.
- 5 marzo. I manifestanti entrano nell'edifici dei servizi di sicurezza dello Stato a Nasr City, considerato il più infame della storia egiziana perchè luogo dove i civili venivano torturati. Lo stesso giorno nel governatorato di Helwan si sono registrati diversi scontri settari, con la distruzione di una chiesa ad Atfih.
- 8 marzo. Scontri a Mansiet Nasser, Moqattam, mentre i copti protestavano contro la distruzione della chiesa ad Atfih. Il bilancio è di diversi morti e molti feriti. Testimoni accusano l'esercito.
- 9 marzo. Viene disperso con violenza il sit-in in corso da febbraio a piazza Tahrir. Numerosi attivisti vengono picchiati e torturati nel Museo egiziano, mentre l'esercito compie test di verginitá forzati a 19 manifestanti donne.
14 marzo - Un sit-in dei copti fuori Maspero (sede della tv di Stato) per la demolizione della chiesa di Atfih si conclude dopo che l'esercito promette di ricostruire l'edificio religioso.
- 17 marzo. Al sindacato dei giornalisti si tiene la prima conferenza stampa in cui si accusa l'esercito di torture e test di verginitá ai danni dei manifestanti. Numerosi attivisti rilasciati e manifestanti testimoniano la loro esperienza.
- 19 marzo. Primo referenedum post-Mubarak sugli emendamenti costituzionali proposti sotto la suprevisione del Consiglio supremo delle forze armate. Molti egiziani si recano a votare per la prima volta nella loro vita.
- 28 marzo. L'attivista e blogger Maikel Nabil è il primo detenuto di coscienza arrestato dalla giunta militare al potere. Nabil ha una visione critica nei confronti dell'esercito.
- 30 marzo. Dopo 11 giorni dal referendum, la giunta militare annuncia una dichiarazione costituzionale.
8 aprile. Proteste di massa a piazza Tahrir per chiedere lo smantellamento totale dell'ex regime. Alcuni ufficiali dell'esercito partecipano alla manifestazione in uniforme. I minilitari disperdono violentemente i manifestanti con l'aiuto della polizia e arrestano gli ufficiali dell'esercito.
- 10 aprile. L'attivista e blogger Maikel Nabil viene condannato a tre anni di carcere per aver postato sul suo blog la frase: «l'esercito e il popolo non sono mai stati dalla stessa parte».
- 7 maggio. Salafiti attaccano chiese a Imbaba chiedendo la custodia di una donna che si sarebbe convertita all'Islam e che sarebbe tenuta nella Chiesa.
- 14 maggio. Manifestanti copti vengono attaccati durante un sit-in a Maspero contro gli scontri tra cristiani e musulmani nei quali sono morte 15 persone.
- 27 maggio. Manifestazioni in tutto l'Egitto per quello che è stato battezzato come il «Secondo giorno della rabbia».
30 maggio. L'attivista Hossam El-Hamalawy e il presentatore della ONTV Reem Maged vengono convocati dal procuratore militare per aver criricato l'esercito.
- 18 giugno. Il giornalista di al-Fajr Rasha Azab e il direttore Adel Hamouda vengono convocati dal procuratore militare per aver criticato la giunta militare e il giorno dopo vengono interrogati.
- 28 giugno. Le famiglie dei martiri vengono attaccate al teatro Balloon ad Agouza, riaccendendo le proteste a Piazza Tahrir. Scontri tra manifestanti e polizia nella notte sfociano in una protesta di massa il giorno dopo.
8 luglio. Manifestanti in piazza Tahrir chiedono processi rapidi per i rappresentanti dell'ex regime e per gli agenti di polizia accusati di aver ucciso manifestanti a gennaio. Segue un sit-in.
- 23 luglio. Migliaia di manifestanti marciano da piazza Tahrir al ministero della Difesa. Il corteo viene attaccato e l'attivista Mohamed Mohsen ucciso.
- 1 agosto. La polizia disperse a bastonate un sit-in a piazza Tahrir nel primo giorno del mese sacro di Ramadan. Molti i feriti.
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