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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2012 alle ore 14:24.

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Mario Monti (Reuters)Mario Monti (Reuters)

Archiviato il primo round della fase due, con il via libera alle iberalizzazioni (guarda l'alfabeto) e, ieri, al pacchetto sulle semplificazioni, i fari del Governo si riaccendono sulla riforma del mercato del lavoro: la tappa più complessa di questo rush di inizio anno dell'esecutivo guidato da Mario Monti. Proprio il premier, in una intervista al Tg1, torna sul negoziato in corso con i sindacati. «Se parte in salita? Soprattutto su questa materia i confronti è difficile che partano in discesa, altrimenti non dovrebbero avere luogo, ma io sono certamente fiducioso».

Monti: serve maggiore mobilità nel tempo
Quindi il presidente del Consiglio rimette in fila quelle che considera le priorità per arrivare a un riassetto del mercato. «Ci sono diverse esigenze. che dobbiamo rendere compatibili, ma io credo che sia possibile. Per creare occupazione in Italia, occorre che produrre in Italia diventi più competitivo. Occorre poi che la protezione delle persone nel mercato del lavoro non diminuisca ma diventi più equilibrata e con una protezione meno concentrata sul singolo posto di lavoro e più concentrara sul singolo lavoratore, quindi con una esigenza di mobilità nel tempo. C'è un obiettivo di efficienza ed un obiettivo di maggiore equità sociale».

Il viaggio negli Usa. Il premier: Obama apprezza i nostri sforzi
In vista del prossimo incontro con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in programma il 9 febbraio alla Casa Bianca, Monti riprende poi il tema dei rapporti tra l'Italia e gli Usa. «Stanno apprezzando gli sforzi che, con la guida del Governo e la grande partecipazione di tutto il Paese, l'Italia sta facendo». Quanto agli sforzi che si stanno compiendo in Europa, il premier sottolinea che il Vecchio Continente «è una parte importante per la soluzione dei problemi dell'economia mondiale. Spero di portare alla Casa Bianca un'Italia, non solo tradizionalmente e sempre più ancorata in un rapporto di grande amicizia reciproca con gli Usa, ma anche un'Italia di cui gli Stati Uniti stanno apprezzando» le scelte operate dall'esecutivo. Ma il presidente del Consiglio non ricorderà a Obama che la crisi è nata negli States. «Questa non sarà la prima cosa che dirò al presidente Obama. Immagino che non sia neanche necessario. Credo che entrambi guarderemo avanti, piuttosto che indietro».

Fornero a Passera: meno ottimismo, lavoriamo sul medio termine
Sul tema della riforma del mercato del lavoro, si registra poi anche l'intervento del ministro del Welfare, Elsa Fornero, che scherza sul ministro dello Sviluppo Corrado Passera sottolineando che sulle attese circa la capacità del governo di creare crescita ha la «tendenza a gettare il cuore oltre l'ostacolo», «gli dirò di essere meno ottimista». Secondo la Fornero in realtà nel governo «noi lavoriamo nel medio termine ed è soprattutto quell'orizzonte che dobbiamo avere sempre presente». «Il mio messaggio era affettuoso - precisa -: anche lui ha fatto qualche cosa per il lungo termine perché ieri è nato il suo bambino ed è di buon auspicio». Ma il ministro tiene ben piantati i piedi per terra. «È bellissimo pensare che esistano cambiamenti che in maniera immediata possano portare il nostro reddito, la nostra occupazione a livelli più alti - precisa ancora interpellata sulla battuta fatta su Passera -. In realtà è molto difficile trovare questa soluzione, queste bacchette magiche, noi lavoriamo per il medio termine».

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