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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2012 alle ore 13:47.

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Un caloroso applauso ha accompagnato il feretro di Oscar Luigi Scalfaro verso l'uscita della chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma, al termine della cerimonia funebre officiata da monsignor Vincenzo Paglia. Davanti alla chiesa, una piccola folla ha tributato un altro applauso all'ex presidente della Repubblica, scomparso ieri all'età di 93 anni, mentre la bara veniva riposta sul carro funebre per essere trasportata a Novara, sua città natale, dove verrà tumulata.

Alla cerimonia hanno preso parte, tra le autorità, Romano Prodi, il ministro Andrea Riccardi, Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli, Nicola Mancino, Massimo D'Alema. Tra le tante persone comuni, anche volti noti come quello di Renzo Arbore.
«Sul suo comodino, accanto al letto - ha detto monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo di Terni nel corso dell'omelia funebre - ieri mattina ho visto una corona del rosario, la Bibbia, le fonti francescane e la Costituzione. È stato un grande cristiano - ha sottolineato - con una fede scevra da ideologismi che lo ha accompagnato fino alla fine della vita. Mai volle abbandonare il distintivo dell'azione cattolica, ma era proprio dalla fede che traeva il disinteressato impegno in favore del bene comune del Paese: non ha mai pensato la sua fede staccata dalla militanza politica».
A rendere omaggio a Scalfaro sono stati volti della Prima e della Seconda Repubblica, a testimonianza del ruolo di "traghettatore" che l'ex presidente ebbe nella politica italiana negli anni Novanta. Fra loro, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, i leader di Pd e Udc, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, il capo della polizia, Antonio Manganelli, e due membri di spicco della Dc come Arnaldo Forlani ed Emilio Colombo. Tanti, inoltre, i politici: da Beppe Pisanu a Piero Fassino e Walter Veltroni, da Rosa Russo Jervolino e Antonio Bassolino a Vincenzo Visco.

Il ricordo delle istituzioni e dei politici
A ricordare Scalfaro è giunto anche un messaggio del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, che ha definito l'ex presidente della Repubblica un «esempio di coerenza, dedizione e rispetto per i valori democratici» che ha «dedicato tutta la sua vita alla ricostruzione dell'Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Rimarrà
per sempre nel pantheon dei padri fondatori dell'Italia moderna e di coloro che hanno scritto le pagine più importanti dell'Europa».
Fra i politici in visita alla camera ardente, Pier Luigi Bersani ha ricordato il consiglio che Scalfaro gli diede quando diventò ministro dell'Industria del governo Prodi, nel 1996: «Appena diventai ministro, Scalfaro mi chiamò e mi disse: «Tu vieni dalla provincia, come me, resta come sei e non andare mai nei salotti». Un consiglio coerente con quello che pensavo. Era un uomo così: veramente forte - sottolinea Bersani - la sua eredità politica è la Costituzione, che lui difendeva in modo non burocratico».
«Oscar Luigi Scalfaro ha scritto una pagina coerente di difesa delle istituzioni. Quando ci sarà maggiore serenità si capirà che ha sempre applicato scrupolosamente la Costituzione», ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: «Scalfaro ha difeso scrupolosamente l'autononia della magistratura e la Costituzione. È stato anche scomodo - aggiunge - a volte non siamo stati d'accordo con lui ma gli dobbiamo profondo rispetto. Ha sempre ritenuto che la politica dovesse avere la schiena dritta». E a chi gli domandava un commento sull'assenza, fino ad allora, di politici di area Pdl, Casini ha risposto: «In situazioni di questo tipo, all'ipocrisia preferisco il silenzio».

Nessun esponente del Pdl (tranne Pisanu) alla cerimonia. E a Bologna, Modena e Roma si diserta il minuto di silenzio in commemorazione
Molto evidente, infatti, è stata l'assenza di esponenti del Pdl, tranne Beppe Pisanu, alla cerimonia. A Bologna, inoltre, gli esponenti del parito al consiglio comunale hanno disertato la commemorazione dell'ex presidente lasciando i banchi durante l'osservanza del minuto di silenzio. «Eravamo in aula per rispettare la morte dell'uomo, ma non nei banchi per esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti del suo operato come Presidente della Repubblica», ha spiegato il capogruppo in consiglio comunale Marco Lisei, secondo il quale «nella vita bisogna essere coerenti e sarebbe ipocrita esaltare oggi quello che sino a ieri hai criticato e stigmatizzato con forza».
Episodi analoghi si sono registrati a Modena e a Roma: qui il consigliere Francesco Storace (La Destra), con altri dieci consiglieri, ha lasciato l'aula Giulio Cesare durante il minuto di silenzio per la morte dell'ex presidente della Repubblica: «Massimo rispetto per la memoria ma non condivido l'esaltazione del settennato di Scalfaro», ha detto. E su Twitter un altro consigliere, Federico Mollicone del Pdl, aveva scritto: «Io non ci sto... Non ci sto... Non ci sto... Più». Nota che aveva suscitato molte critiche, ma che poi lo stesso Mollicone ha minimizzato: «Era un'espressione sintetica del mio pensiero rispetto alla scomparsa del presidente Oscar Luigi Scalfaro, che cristianamente rispetto, ma nei confronti del quale mantengo un giudizio politico assolutamente negativo».

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