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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2012 alle ore 08:11.

François HollandeFrançois Hollande

In cosa consiste la sua idea di contratto intergenerazionale?
Disoccupazione e precarietà colpiscono soprattutto l'inizio e la fine della vita professionale, i giovani e i senior. Il contratto che propongo consente di collegarli tra loro: favorire l'assunzione di giovani conservando il lavoro per i più anziani. Ogni impresa che assumerà un giovane al di sotto dei 25 anni e nel contempo terrà in azienda un senior sarà esonerata dai contributi sui due dipendenti.

Ha suscitato molte polemiche la sua intenzione di assumere 60mila insegnanti in 5 anni, soprattutto per una questione di costi.
Si farà senza aumentare il numero di dipendenti pubblici. E non ci saranno quindi costi aggiuntivi. Utilizzeremo il turn over di chi va in pensione, 60mila persone all'anno, per creare 12mila posti in più nella pubblica istruzione.

Un altro argomento spinoso è quello delle pensioni. In caso di vittoria intende davvero tornare ai 60 anni?
La riforma della destra, oltre a garantire l'equilibrio finanziario solo fino al 2018, è stata fatta ai danni di chi ha cominciato a lavorare presto. Farò quindi una nuova riforma, più giusta e più sostenibile nel tempo. Dall'estate 2012 tutti quelli che avranno il massimo di contributi potranno andare in pensione a 60 anni. Nel contempo apriremo un confronto con le parti sociali per garantire al sistema previdenziale una prospettiva finanziaria valida.

Pensa che sia necessaria una grande riforma fiscale?
Sì, perché i meccanismi di prelievo devono essere più equi, più progressivi. In Francia ci sono due imposte sui redditi: quella vera e propria (Ir), progressiva, e quella finalizzata al finanziamento del welfare (Csg), ad aliquote uguali per tutti. Saranno fuse in un solo prelievo per avere una reale progressività. I redditi da capitale saranno tassati come quelli da lavoro. Per i redditi sopra i 150mila euro sarà creata un'ulteriore aliquota del 45 per cento. E verranno cancellati gli alleggerimenti della patrimoniale decisi dalla destra.

Ha dichiarato che la finanza è il suo grande nemico. Quali provvedimenti pensa di prendere per limitarne il potere?
Non sono in cerca di capri espiatori. Non ho denunciato il sistema finanziario nel suo insieme ma gli eccessi della finanza deregolata, le derive della speculazione e del capitalismo incontrollato. Voglio che la finanza smetta di avere il controllo dell'economia, della società, delle nostre vite. Deve ritrovare il suo ruolo prioritario, che è quello di finanziare l'economia, gli investimenti delle nostre imprese. Farò quindi in modo di separare le attività di finanziamento dell'economia dalle attività di mercato, in modo che i soldi dei piccoli risparmiatori non servano ad alimentare la speculazione. Le banche francesi non potranno più operare nei paradisi fiscali, il prelievo sui loro utili aumenterà del 15% e verranno aboliti i prodotti tossici che minacciano la nostra economia. Infine creeremo, con i Paesi europei che la condivideranno, una tassa sulle transazioni finanziarie.

Ha annunciato che in caso di vittoria chiederà la revisione del Trattato sulla disciplina fiscale appena approvato da 25 Paesi europei. Perché?
Il nuovo Trattato non dà alcuna risposta seria e di lungo periodo alla crisi. È caratterizzato da un'ossessione del rigore che aggraverà la recessione. Nell'accordo non c'è niente sulla crescita, niente sulla lotta alla speculazione finanziaria, niente sul controllo democratico da parte dei cittadini, niente sulla solidarietà. Che per me corrisponde al varo di eurobond per mutualizzare, condividere parte dei debiti pubblici. Confermo quindi che torneremo al tavolo del negoziato per emendare e completare il Trattato.

EX SEGRETARIO DEL PARTITO SOCIALISTAProdotto dell'Ena
Classe 1954, nato a Rouen, François Hollande è stato segretario del partito socialista francese dal 1997 al 2008. Si è formato all'École nationale d'administration, la scuola che da sempre sforna i massimi dirigenti dell'establishment francese

In testa
A due mesi e mezzo dal primo turno delle presidenziali, il 22 aprile, Hollande resta il favorito. Negli ultimi tre sondaggi oscilla tra il 31% e il 34%, mentre Nicolas Sarkozy si colloca tra il 24,5 e il 26 per cento. E nell'eventuale ballottaggio il margine è ancora più ampio

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