Obama: piena fiducia all'Italia. Oggi Monti a Wall Street

WASHINGTON. Un incontro di quaranta minuti che ha rafforzato Mario Monti non solo nel suo percorso "domestico" ma anche nella sua capacità di dare impulso alle giuste scelte a Bruxelles. La scelta di adottare firewalls corposi in grado di mettere al riparo da crisi dell'euro, l'obiettivo di perseguire – dopo il fiscal compact – l'imperativo della crescita sono i due punti di maggior contatto tra il premier e il presidente degli Stati Uniti.

«Le relazioni tra l'Italia e gli Stati Uniti non sono mai state più forti: Mario Monti, grazie alla sua leadership, alle sue conoscenze, alle prime decisioni del suo Governo, potrà portare l'Italia fuori dalla tempesta e condurla in un percorso di crescita a lungo termine con le riforme intraprese», è il forte riconoscimento che arriva da Barack Obama dopo l'incontro alla Casa Bianca. «Voglio solo dire quanto noi apprezziamo la poderosa partenza, una partenza a razzo, e le misure molto efficaci che sta promuovendo», aggiunge il presidente Usa.

Parole che suonano come un successo di questo primo vertice tra Italia e Stati Uniti dell'era del Governo "strano", come lo chiama lo stesso premier. E lui ieri lo ha ammesso nel breve incontro avuto con la stampa al termine del summit: «È un grande incoraggiamento per il mio Governo a continuare su questa strada e cioè verso le riforme strutturali e il consolidamento fiscale. Per quanto dolorose, queste misure sembrano essere comprese sia in questo passaggio sia credo anche dopo, qualunque cosa ci sarà dopo la mia limitata esperienza». «Oggi il mondo e i mercati vivono di una merce rara che è la credibilità» e il sostegno del presidente Usa Obama agli sforzi che l'Italia sta facendo «è già di per sè un aiuto concreto», ringrazia Monti.

Ed è sempre il premier – che si lascia andare anche a un commento su Obama, «il rapporto umano con lui è così sempluice» – a raccontare quali saranno i prossimi passi da fare a Bruxelles. La crescita, soprattutto, che deve essere per il premier «frutto di una trasformazione strutturale, di un maggiore ruolo della produttività che può essere raggiunto con l'obiettivo di avere un mercato unico, indispensabile per crescere».

Parlano insieme accanto al caminetto dello studio ovale alla Casa Bianca, da lì lanciano entrambi una scommessa comune per scongiurare la crisi dei debiti sovrani europei che così da vicino coinvolge e condiziona gli Stati Uniti, come ha ricordato la scorsa settimana Ben Bernanke nella sua audizione al Congresso. Ed è in questa chiave che Obama dà atto a Monti di aver riportato maggiore fiducia «all'interno dell'Europa e sui mercati» raffreddando la crisi che rischiava di travolgere l'euro e a catena l'economia americana.

Ed è sempre in questa chiave, di mutuo soccorso, che il presidente Usa offre il suo sostegno alla strategia di Monti parlando apertamente della necessità di «firewalls più forti per permettere un sentiero più stabile per il pagamento dei debiti, per l'Ue e per gli Usa». «Gli Stati Uniti – assicura ancora Obama – faranno tutto il possibile per contribuire a stabilizzare l'euro». Nessun aiuto dal Fmi per l'Italia, ribadisce il premier, che nei prossimi giorni sperimenterà se la visita di Obama darà i suoi frutti nelle trattative con Angela Merkel su firewalls e mercato unico.

La giornata di oggi a New York
L'agenda di Mario Monti oggi a New York sarà fitta d'impegni: dopo gli incontri con gli ambienti economici e finanziari della Grande Mela, il Premier - sempre accompagnato dal titolare della Farnesina, Giulio Terzi, affronterà i nodi della politica internazionale al tavolo con il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon e, successivamente, con il presidente dell'Assemblea Generale Al Nasser. In serata incontrerà invece gli esponenti della comunità italiana di New York. Comunità che ricopre - a detta del Premier - «una grande importanza di cui sono assolutamente consapevole».

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