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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2012 alle ore 15:42.

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Il Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton con il primo ministro italiano Mario Monti (LaPresse)Il Segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton con il primo ministro italiano Mario Monti (LaPresse)

“Che differenza fa una faccia nuova”. Con Silvio Berlusconi era il gelo, Mario Monti invece è accolto “a braccia aperte”. Con questo inevitabile e inclemente paragone, il New York Times saluta il nuovo leader italiano alla sua prima visita ufficiale nella capitale Usa. Una visita attesa, preparata dal premier alla vigilia con due interviste alla Pbs e al Wall Street Journal, ampiamente riprese anche dalla stampa americana, oltre che da quella italiana.

Nel suo blog “The Caucus”, che segue la politica dalla redazione di Washington, il Nyt ricorda che per tre anni il presidente Barack Obama ha tenuto a distanza Berlusconi, trattando lo sgargiante primo ministro (quello delle feste bunga bunga e degli exploit sessuali) con “gelida correttezza”. Mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy era stato invitato a cena alla Casa Bianca e il cancelliere tedesco Angela Merkel aveva avuto la pompa di una visita di Stato, Berlusconi aveva strappato solo una rapida visita all’Ufficio Ovale della Casa Bianca, cosa che Obama non poteva evitare poiché l’Italia in quel periodo aveva la presidenza del G8.

Nel dire ”ciao” a Monti, la giornalista del Nyt Helene Cooper lo definisce il beniamino della scena internazionale, un “economista duro” che potrebbe essere capace di infondere la fiducia globale di cui l’Italia ha bisogno per tirarsi fuori dalla crisi finanziaria, un “burocrate serio” che non sembra avere scheletri nell’armadio.

“Washington lo accoglie a braccia aperte” e tutti lo vogliono: lo staff italiano – fa sapere il Nyt - ha dovuto rifiutare molte richieste dei media e del circuito diplomatico, tutti volevano un pezzetto di Monti. L’invito più ambito in città, questa settimana, è quello alla cena di stasera a Villa Firenze, la residenza dell’ambasciatore italiano.

Nella sessione bilaterale alla Casa Bianca – aggiunge - Obama e Monti parleranno di economia globale, riforme strutturali, crisi del debito e della “continua leadership” dell’Italia in Afghanistan. C’è da aspettarsi che si parlerà molto degli stretti legami tra i due Paesi, prevede il Nyt. E forse Obama ringrazierà finalmente l’Italia per il suo contributo in Libia. Non lo aveva fatto parlando della Libia alle Nazioni Unite lo scorso settembre, irritando l’entourage di Berlusconi. Ma adesso “è un nuovo giorno”.

Il Wall Street Journal, oltre all’intervista in cui Monti propone regole europee più severe per rilanciare la crescita, fa notare che in questa occasione il professore ha offerto un breve ripasso di storia economica: “La Germania – ha ricordato il premier – ha inventato l’economia di mercato” dell’Europa del dopoguerra. “Non è una costruzione britannica”.

Per far conoscere meglio il personaggio all’opinione pubblica americana, il Wsj segnala anche un sondaggio del magazine tedesco Stern secondo il quale Monti piace al 60% dei tedeschi (“Monti Ja, Cameron Nein”).

“Il nuovo premier italiano non sarà popolare in patria… ma si sta facendo degli amici a nord delle Alpi”. L’apprezzamento dei tedeschi per Monti rappresenta “un netto cambiamento” rispetto al suo predecessore, nota il Wsj. La reputazione di playboy di Berlusconi e le sue battute “di cattivo gusto” non gli avevano procurato molti amici. Spaccati su Sarkozy, i tedeschi non simpatizzano per David Cameron, che piace solo al 38%.

La tensione tra crescita e austerità è il filo conduttore dell’articolo con cui Howard Schneider sul Washington Post presenta la visita di Monti. Il primo ministro italiano – scrive il Wp - ha tagliato le pensioni, avviato riforme economiche e approvato un trattato europeo che rafforza la disciplina di bilancio, tutto per dimostrare che l’Italia fa sul serio nel controllare il debito. Adesso, ha cominciato a contrattaccare” (“Mario Monti, primo ministro italiano, vuole fissare una nuova agenda di crescita per l’Europa”).

Con l’Europa a rischio recessione, Monti preme per trovare il modo di rilanciare la crescita: secondo il Washington Post, il primo ministro italiano punta ad avere l’appoggio della Casa Bianca nel suo tentativo di spingere gli altri Paesi europei a concentrarsi non solo su debito e deficit ma anche su strategie che impediscano all’austerità di trasformarsi in un autogol. 

Con il “fiscal compact”, il patto di bilancio concordato in sede europea, l’Italia “dovrà attuare tagli insostenibili. Ma il trattato non dice nulla di misure per rafforzare la crescita”, dice al Wp Domenico Lombardi, ex membro italiano del board Fmi e ora senior fellow alla Brookings Insititution. “E’ d’accordo che bisogna ridurre il debito, ma se l’economia crolla non si possono imporre altri tagli o si uccide irreversibilmente la crescita”.

Schneider sottolinea che la tensione tra crescita e austerità è diventata una preoccupazione globale. “L’Italia è all’epicentro del dibattito, un caso cruciale che potrebbe determinare se la crisi dell’eurozona va verso una soluzione o continua a deteriorarsi, potenzialmente sospingendo l’economia Usa di nuovo in recessione”.

Intanto i tagli vanno avanti: “Monti allarga l’austerità al suo staff – segnala un lancio Ap ripreso dal sito del Washington Post – niente spese di rappresentanza, stretta sui convegni”.

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