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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2012 alle ore 17:04.
L'ultima modifica è del 13 febbraio 2012 alle ore 13:43.

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Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier alla fine del processo Eternit. L'accusa aveva chiesto per i due, accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche, una condanna a 12 anni, aumentati a 20 a causa della continuazione del reato.Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, era imputato insieme al barone belga Louis de Cartier, 90 anni: i due sono stati alti dirigenti della multinazionale svizzera Eternit.

Prescrizione per Rubuera e Bagnoli
Il dispositivo ha fatto una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli, in Campania.

Le lacrime dei parenti
Alcuni parenti delle vittime della strage collegata agli stabilimenti Eternit sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza che condanna i due alti dirigenti della multinazionale a 16 anni di reclusione.

Un sogno a occhi aperti. «Sto ancora sognando ad occhi aperti». È il commento a caldo del pm Raffaele Guariniello, dopo la sentenza Eternit, la cui lettura ha impegnato il giudice Giuseppe Casalbore per oltre 3 ore, in un elenco sterminato di migliaia di parti civili: «Un elenco terribile, che sembrava burocratico, freddo, ma che e' invece un elenco di persone uccise», ha detto Guariniello, che ha coordinato l'inchiesta del Tribunale di Torino.

«Quando abbiamo cominciato questo processo con Colace e Perelli pensavamo di inseguire un sogno, che ora si è realizzato almeno per la sentenza di primo grado», ha sottolineato il pm. Guariniello ha poi concluso: «Abbiamo dato, credo, a tante persone, alle vittime e alle loro famiglie il diritto di sognare più giustizia. Avere giustizia è diventato possibile. È una sentenza storica perché ha realizzato un sogno, che è quello di dare giustizia».

La difesa: meno investimenti in Italia. «Un punto che emerge drammaticamente è che un capo di una multinazionale che ha stabilimenti in tutto il mondo, con una sentenza del genere viene reso responsabile di quello che accade in tutti gli stabilimenti» e quindi «un ampliamento della responsabilitá di tale fatta è certamente un problema per gli investimenti che dovessero avvenire per la multinazionale in Italia». Lo ha detto l'avvocato Astolfo Di Amato, legale di Stephan Schmidheiny, condannato oggi a 16 anni di carcere insieme al belga Louis De Cartier, nel processo Eternit.

Inoltre, sottolinea Di Amato «l'imputato svizzero aveva investito 73 miliardi di lire nella sicurezza senza percepire alcun profitto. Riesce difficile - prosegue - capire come un imprenditore che spende 73 miliardi per la sicurezza possa causare un disastro. Lo vedremo nelle motivazioni».

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