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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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Lo zampino della Bild
L'affaire si è inasprito quando è venuta fuori una telefonata con la quale il presidente ha tentato di impedire o di ritardare - sono diverse le versioni delle parti - la pubblicazione dell'articolo. La grave gaffe di Wulff, che ha anche chiesto scusa al tabloid, non gli ha pregiudicato il sostegno di Angela Merkel. Da allora, però, sono emersi altri episodi poco chiari, altri favori e privilegi. L'ultimo riguarda una vacanza di lusso a Sylt: sembra sia stata pagata a Wulff dall'imprenditore cinematografico David Groenewold
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Con le dimissioni di Wulff, per il presidente del parlamento Norbert Lammert scatta il termine di 30 giorni entro i quali convocare l'assemblea plenaria che dovrà eleggere il capo dello Stato. Presumibilmente il prossimo 18 marzo, scrivono diversi media, la Germania conoscerà il nome del successore di Wulff
Che cosa dice la Costituzione
Secondo la Legge fondamentale - com'è chiamata la costituzione tedesca - a votare i candidati per la più alta carica dello Stato sono chiamati i 620 deputati del Bundestag, il parlamento nazionale, e in egual numero rappresentanti dei Lander scelti tra politici dei parlamenti regionali, comunali o anche persone note della società civile. Il presidente viene eletto con una maggioranza assoluta di 621 voti, a scrutinio segreto e per appello nominale
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Diversi sono i nomi dei possibili aspiranti presidenti che circolano in queste ore. Tra loro, quello di Norbert Lammert, 63 anni, presidente del Bundestag. L'ex ministro dell'ambiente, il 73enne Klaus Töpfer era già stato preso in considerazione nel 2010, quando si cercava un successore a Köhler. Ben visto dai Verdi e dalla Spd, non è amato dalla Fdp
Due ministri in gioco
Tra i nomi sul tappeto ci sono poi quelli dell'attuale ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, e della Difesa, Thomas de Maizière. In entrambi i casi però, osserva Der Spiegel, la Merkel difficilmente si priverebbe in questo momento di due figure chiave come le loro per il governo. Tra i favoriti c'è l'ex capo dell'organismo incaricato di esaminare gli archivi della Stasi, Joachim Gauck, considerato un indipendente (anche se nel 2010 era il candidato di Spd e Verdi)
PICCOLI SCANDALI E GRANDI DIMISSIONI SULLA SCENA TEDESCA
Karl-Theodor zu Guttenberg (a sinistra), nominato ministro della Difesa nell'ottobre del 2009, viene colto in fallo sulla sua tesi di dottorato: ampie parti risultavano copiate. Bersagliato dalla stampa e dal popolo della rete, zu Guttenberg lascia l'incarico il 1° marzo 2011 per poi ritirarsi negli Stati Uniti
Se si guarda alla storia recente, in Germania spesso non serve
nemmeno essere indagati dalla magistratura per sentirsi in
dovere di rassegnare le dimissioni. Un ruolo importante è ricoperto dalla stampa, spietata nel monitorare l'osservanza dei principi etici e giuridici dei protagonisti della vita istituzionale
Travolto dalla scandalo per una vacanza extralusso a Berlino con tutta la famiglia offertagli dalla Dresdner Bank, nell'aprile 2004 il governatore della Banca centrale tedesca Ernst Welteke (a sinistra), dopo una settimana di autosospensione dall'incarico si arrende e decide di rassegnare
le dimissioni
Il 31 maggio 2010 il capo dello Stato tedesco Horst Köhler (a sinistra) rinuncia al proprio incarico nel pieno di una polemica per alcune sue dichiarazioni sulla missione militare tedesca in Afghanistan: missione legata - secondo Köhler - alla necessità di
proteggere gli interessi commerciali tedeschi all'estero

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