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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2012 alle ore 18:31.

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Renato Dulbecco (Ansa)Renato Dulbecco (Ansa)

Il premio Nobel della medicina Renato Dulbecco è morto. Mercoledì avrebbe compiuto 98 anni. Era stato insignito del premio Nobel per la medicina nel 1975 per le scoperte sulle interazioni fra virus tumorali e il materiale genetico della cellula. Ne ha dato notizia il Consiglio nazionale delle Ricerche. Dulbecco era un galantuomo d'altri tempi, un geniale visionario che con la sua curiosità e il suo entusiamo è diventato il padre della virologia moderna, il pioniere delle ricerche sulla genetica del cancro, ma soprattutto l'ispiratore del Progetto Genoma, nato per decifrare quel lungo messaggio di tre miliardi di lettere che costituisce il «libretto di istruzioni» per formare, far crescere e riprodurre l'essere umano.

Il link è un articolo che Dulbecco ha scritto e pubblicato su Science su questo tema, il primo nella storia della medicina: «Si vede che le cellule del cancro hanno delle diversità genetiche molto importanti rispetto alle cellule normali, però non sappiamo quali siano. La ragione per cui non lo sappiamo è perché non conosciamo niente dei nostri geni; e cercare di scoprire le differenze genetiche tra cellule di cui non si sa niente non è possibile. Se vogliamo arrivare a quel punto lì bisogna che cominciamo a studiare, in maniera sistematica, i nostri geni».

Era il 1986, quindici anni dopo l'annuncio della codifica del Dna umano la notizia fece in fretta il giro del mondo. Una rivoluzione scientifica che Renato Dulbecco ha spiegato poi nel libro "La mappa della vita", sottolineando l'immensa potenzialità dell'ingegneria genetica per risolvere i problemi di molte malattie, ma anche della fame e del sottosviluppo.

«Mi ha sempre colpito per la sua semplicitá - dichiara il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche Mario Negri di Milano -. Sapeva esprimere concetti molto profondi con grande chiarezza ed era gentilissimo e cordiale. Difficile individuare qualcuno in grado di raccogliere il suo testimone. Una personalitá così non è che nasca tutti i giorni. Non per nulla ha vinto un Nobel per la medicina. Anche se non si dava molte arie per un tale riconoscimento».

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