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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2012 alle ore 08:03.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2012 alle ore 06:36.

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Gli applausi a scena aperta, in Borsa Italiana, al premier Mario Monti, li hanno visti tutti. Un segnale di fiducia verso il nuovo Governo che per la prima volta, dopo Wall Street e Londra, incontra la finanza italiana; e anche verso il Paese. Si torna a comprare l'«indice Italia». Ma prima di presentarsi nel parterre dove un tempo risuonavano le "grida", il premier ha incontrato, in segreto, il gotha dell'industria.

Con la regia dei vertici di Borsa Italiana, Massimo Tononi e Raffaele Jerusalmi, per Monti è stato organizzato un mini-vertice, a porte chiuse, davanti a una super-seleziona e ambita lista di imprenditori e manager. Diciannove big della finanza e dell'economia, scelti da Borsa come i più rappresentativi dell'industria quotata a Piazza Affari. E quello, secondo i più attenti osservatori, è stato il vero summit: il faccia a faccia coi big e i salotti buoni, da dove sono emersi i reali umori della Milano delle imprese e del cuore economico del Paese. E il verdetto è stato favorevole: unanime, riferisce chi al blindato incontro ha partecipato, è stato l'apprezzamento per il presidente del consiglio da 100 giorni inquilino di Palazzo Chigi, arrivato quando lo spread tra Italia e Germania era sopra i 570 punti.

Monti era accompagnato nell'incontro riservato dal viceministro dell'Economia Vittorio Grilli. Cui ha lasciato la parola dopo un primo intervento introduttivo. Chi ha partecipato - tra i presenti il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, Andrea Guerra di Luxottica, Luca Garavoglia patron della Campari, Rodolfo De Benedetti della Cir e Gabriele Galateri di Genola per le Generali – riferisce di un clima di ritrovata fiducia per il Governo e per il Paese. È tornato il denaro sul listino Italia, è stato il senso del messaggio che ha anticipato quello che poi Monti ha detto nella conferenza pubblica.
L'incontro è stato più che altro un momento di confronto tra Monti e i big della finanza e dell'economia: le domande dei presenti al premier, e le loro osservazioni, hanno rappresentato il nocciolo dell'incontro riservato. E il Premier ha mostrato disponibilità, ma senza tollerare pressioni: «Ascolto tutti e tutte le posizioni, ma poi decido io» avrebbe chiosato Monti. Insomma: il Governo – lascia intendere Monti – è aperto ai problemi e alle istanze di tutti ma senza alcuna intenzione di fare concessioni o promesse a nessuno.

Due i temi industriali sollevati: le reti, quelle fisiche che trasportano l'energia, e quelle "virtuali" delle tlc; e il patrimonio immobiliare dello Stato. Davanti a Flavio Cattaneo, l'ad di Terna, e a Franco Bernabè di Telecom Italia, Monti ha sottolineato che nel riassetto delle reti elettriche ad alta tensione l'Italia è all'avanguardia su Francia e Germania. Però – ha aggiunto Monti – «ci deve essere libero accesso e reciprocità su tutte le reti dell'energia e delle tlc in Europa». Sul tema del patrimonio immobiliare pubblico è invece intervenuto il vice-ministro Grilli, nel successivo incontro pubblico con la comunità finanziaria: «Gli esperimenti del passato per dismettere il patrimonio immobiliare pubblico – ha affermato riferendosi alle vecchie cartolarizzazioni Scip – non possono essere definiti successi eclatanti. Hanno dato pochi vantaggi ai conti pubblici e, per contro, hanno attirato maggiori contenziosi. Nel decreto Salva-Italia abbiamo approvato delle norme per riaprire la stagione delle dismissioni, ma su basi diverse».

La nutrita presenza di banchieri, da Federico Ghizzoni di UniCredit, a Fabrizio Viola neo-ad di Mps, a Enrico Cucchiani di Intesa SanPaolo, ad Alberto Nagel di Mediobanca fino al numero uno di Ubi Victor Massiah, ha giocoforza portato la conversazione sul sistema creditizio. Sistema verso cui Monti – durante l'incontro pubblico – ha smentito qualsiasi deferenza, portando ad esempio la norma sull'incompatibilità dei doppi incarichi nei consigli di amministrazione. E a chi (Roberta Furcolo, corporate developement di Aon e moglie dell'amministratore delegato di Mediobanca Abero Nagel) chiedeva durante l'incontro pubblico cosa il Governo intenda fare contro la "casta", Monti ha ammesso: «Qualcosa è stato fatto, ma non abbastanza». Poi ha ricordato che da oggi, su Internet, saranno pubblicate le dichiarazioni dei redditi di tutti i ministri. «Presto proporremo che anche il personale politico e amministrativo di alto livello si sottoponga a qualcosa di analogo».

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