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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2012 alle ore 19:21.

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Per l'americano Time l'abbiamo scampata bella. La teoria dei neutrini più veloci della luce aveva sconvolto le nostre certezze. Ora, secondo il magazine Usa, il mondo può tirare un sospiro di sollievo: "Einstein ha sempre avuto ragione" e i neutrini più veloci luce erano frutto di un errore. La notizia pubblicata dalla rivista Science sul suo sito internet, secondo cui i risultati dell'esperimento Opera in Italia derivano da un collegamento difettoso tra il Gps e un computer, suscita dubbi e interrogativi su vari media internazionali, ma ne rassicura molti altri.

Time si mostra sollevato: "Una scoperta che avrebbe capovolto un secolo di ricerca fisica era causata da un cavo allentato. Phew". L'universo come lo conosciamo "è stato salvato oggi". E lo strumento della salvezza è un cavo in fibra ottica.
Lo scorso settembre, i ricercatori dell'esperimento Opera avevano annunciato che dei neutrini avevano percorso la distanza di 730 km tra il Cern di Ginevra e il laboratorio sotterraneo del Gran Sasso più rapidamente della luce, sia pure con un anticipo di soli 60 nanosecondi.
L'exploit aveva scosso la comunità scientifica, poiché – se confermato - avrebbe messo in discussione la teoria della relatività di Albert Einstein, che – sottolinea Time – "è il fondamento di oltre un secolo di fisica ed è fondamentale per l'intera comprensione dell'universo". Non c'è da stupirsi se la "la gente era preoccupata".

Proprio lo scorso week-end, secondo il sito Ars Technica, alla riunione annuale dell'American Academy for Advancement in Science (Aaas) ben cinque team hanno annunciato che si stavano organizzando per condurre i test per conto loro.

"Che peccato!", esclama la rivista divulgativa Popular Science: i neutrini non erano più veloci della luce ed era colpa dell'elettricista… Questi cervelloni "si sono semplicemente dimenticati di pigiare il cavo fino in fondo!"
Rimbalza sul New York Times e su altri siti Usa il lancio prudente dell'Associated Press: "Italia, trovato difetto nel test dei neutrini". L'Ap cita le dichiarazioni del portavoce del Cern, James Gillies, secondo cui sono stati individuati due diversi problemi nel sistema Gps utilizzato per cronometrare l'arrivo dei neutrini al Gran Sasso. Un problema potrebbe avere provocato una sopravvalutazione della velocità, l'altro una sottovalutazione. "In definitiva, non lo sapremo finché non avremo fatto altre misurazioni quest'anno".

Il quotidiano britannico Independent lascia aperto l'interrogativo, nel pubblicare la stessa notizia Ap: "E' stato un difetto del Gps a creare la scoperta sui neutrini?". Gli stessi ricercatori coinvolti nell'esperimento – si legge – avevano avvertito che le misurazioni avrebbero dovuto essere verificate in modo indipendente da altri scienziati prima di poter dichiarare una vera scoperta.

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