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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 13:52.

«La musica italiana ha perso un suo accento. Addio Lucio, sei scomparso e presente», scrive Sal Da Vinci.

Testimonianze dal mondo della politica e della cultura

E sono tante anche le testimonianze d'affetto di intellettuali e politici.
«Lo stimavo moltissimo, è una grande perdita per la musica italiana: è stato un musicista fondamentale, ha segnato un'epoca e anzi è stato lui stesso un'epoca». Dario Fo commenta così all'Adnkronos la scomparsa di Lucio Dalla. «Non è stato un canzonettista - sottolinea Fo- ma un artista di altissimo livello. Ho sempre apprezzato molto le sue canzoni e infatti le ho cantate anch'io nei miei spettacoli».

Ed anche per il critico letterario Giulio Ferroni, Dalla è stato «un interprete molto estroso, capace di formule linguistiche che sono diventate proverbiali grazie ad un linguaggio semplice che però sa aprire prospettive ampie e soprattutto inaspettate». Ferroni, professore di storia della letteratura italiana all'Università La Sapienza di Roma, ricorda il cantautore bolognese di cui era «un fan da tanto tempo: del resto siamo nati nello stesso anno, il 1943».

«Lucio aveva 16 anni e io 21. Suonavamo lo stesso strumento solo che lui lo suonava molto meglio di me. Se ho smesso di fare il jazzista e mi sono messo a fare cinema è stata anche colpa sua». Così Pupi Avati ricorda Lucio Dalla, in un'intervista a Tgcom24. «Provai invidia nei suoi confronti - prosegue il regista bolognese - ironicamente posso dire che mi rovinò alcuni degli anni della mia vita. A Barcellona pensai anche di spingerlo giù dalla Sagrada Familia».
«Dalla era l'amico definitivo, da anziani ci dicevamo cose di intimità assoluta anche se, forte del suo ottimismo, lui continuava a guardare al futuro», continua Avati. «Lui ha musicato gli ultimi due miei film. Ci siamo sentiti poco prima di Sanremo. Era nato con la vocazione per la musica, qualsiasi cosa toccasse diventava musica. Io l'ho riscoperto nel tempo e questa è la peculiarità di Lucio che farà si che le sue canzoni non saranno mai dimenticate»

«I primi album di Lucio hanno acceso in me il sogno di poter fare lo stesso lavoro d'artigiano. A tratti Lucio è stato un genio», è il commento di Giulio Casale.

«Un amico caro, un amico della Puglia e dei pugliesi. Rimarrà nei nostri cuori», scrive Nichi Vendola su Twitter.

E il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, dichiara sul suo profilo Twitter di essere «sconvolto per la morte di Lucio Dalla: amico che ha fatto sognare intere generazioni. Prego per lui perché so che ci ha sempre creduto».

«Lucio. Anni di amicizia e valanghe di ricordi. Non è giusto. No». Walter Veltroni, su Twitter, così ricorda Lucio Dalla.

Anche Bobo Craxi commenta la notizia giunta dalla Svizzera relativa all'improvvisa scomparsa dell'artista bolognese.«Piango l'amico e l'immenso uomo del nostro tempo, Lucio Dalla».

«Caro amico ti scrivo.... Così voglio pensare a Lucio la cui scomparsa colpisce e addolora. Con lui perdiamo un artista di valore che ha reso grande la canzone italiana non solo nel nostro Paese ma anche nel mondo. Così vice presidente del Senato, Vannino Chiti, sulla sua pagina Facebook ricorda Lucio Dalla. «Il mio ricordo in particolare - aggiunge - è legato a una delle sue canzoni a mio giudizio più belle: L'anno che verrà»

«È grande il dolore ed è immenso lo sconforto per la morte improvvisa di Lucio Dalla». Lo afferma il senatore del Pd, Vincenzo Vita, vicepresidente commissione Cultura Senato. «Non ci sono parole - aggiunge - per ricordare la sua straordinaria attività artistica che ha illuminato per anni, con intelligenza e qualità, la scena culturale italiana e internazionale. Oltre alle sue doti universalmente note, chi l'ha conosciuto da vicino ne può testimoniare il fortissimo impegno civile e democratico. Se n'è andato uno dei migliori italiani di questi anni».

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