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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2012 alle ore 10:27.

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Sulla Tav il governo andrà avanti senza tentennamenti. Al termine di un vertice a Palazzo Chigi durato quasi tre ore il premier Mario Monti con una breve dichiarazione alla stampa chiarisce in modo netto la linea dell'esecutivo. «È confermato con piena convinzione l'impegno per la realizzazione tempestiva dell'opera». «La libertà di espressione del pensiero è un bene fondamentale da tutelare ma sarà contrastata ogni forma di illegalità e di violenza». «Non possiamo permetterci di andare alla deriva, staccandoci dall'Europa». Una sintesi inequivocabile di una riunione convocata dopo la giornata di giovedì ad altissima tensione per i disordini provocati dai militanti no Tav, che ieri sera con il loro leader Alberto Perino hanno subito replicato con durezza al premier: «Ha detto un sacco di cose roboanti e ha mostrato i muscoli. Gli vogliamo bene. Ma eviti le prove di forza con noi».

Monti ha fatto il punto su sicurezza e analisi tecnica dell'opera con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture e trasporti Corrado Passera, dell'Ambiente Corrado Clini, della Giustizia Paola Severino e con il sottosegretario a Palazzo Chigi Antonio Catricalà e il commissario straordinario di governo Mario Virano. Un riesame approfondito che ha consentito di confermare gli obiettivi. L'esecutivo in altre parole si mostra perfettamente in linea con le dichiarazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano preoccupato per un'escalation che rischia di prevaricare sia sulle ragioni del sì sia sulle proteste pacifiche.

Attraverso una relazione di Clini si è verificata la valutazione di impatto ambientale, che «non presenta punti di incompletezza», inoltre, sottolinea Monti, ci sono stati fin qui numerosi momenti di ascolto e confronto anche con le amministrazioni locali per tenere conto dei quali «il progetto iniziale è stato radicalmente modificato». Il tempo della concertazione c'è già stato, è il senso, e ora non saranno ammessi ulteriori indugi ingiustificati. Durante il vertice è stata direttamente il ministro dell'Interno Cancellieri a confermare la linea della fermezza esponendo il piano per salvaguardare la sicurezza. L'ipotesi di estendere a questo tipo di manifestazioni il meccanismo del «Daspo», utilizzato per le violenze da stadio, sarebbe stata accantonata anche se il Viminale è pronto ad attivare una serie di interventi (si veda l'articolo accanto). Il governo del resto non si attende che le proteste possano rientrare di fronte allo sblocco di una prima tranche di opere compensative, pari a 20 milioni, che avranno il via libera nella riunione del Cipe di venerdì prossimo. La decisione è stata presa ieri dai ministri, e si riferisce al 10% circa della quota statale dei 300 milioni concordati nell'intesa quadro con la Regione Piemonte.

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