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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2012 alle ore 12:39.

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Stampa senegalese: Rossella Urru liberata in MaliStampa senegalese: Rossella Urru liberata in Mali

Il sequestro di Rossella Urru ha commosso gli italiani. Il presunto rilascio è stato dall'inizio avvolto da un giallo. Rossella Urru, la giovane cooperante italiana rapita il 22 ottobre nel sud dell'Algeria, sarebbe stata liberata venerdì sera a Bamako, ma non c'è ancora alcuna conferma. Secondo quanto confermano all'Adnkronos fonti investigative qualificate Rossella Urru sarebbe libera e in mani italiane. Anche Sky Tg24 dà la notizia per cerca, citando proprie fonti, ma non ha invece conferme che la ragazza si trovi in mano italiane. Le agenzie scrivono che fonti vicine alle trattative sono ottimiste, ma bisognerà ancora aspettare per le conferme definitive.

Farnesina non conferma. Contattate dal Sole 24Ore.com, la Farnesina non fornisce per ora conferme ufficiali, mentre nel primo pomeriggio l'ambasciata italiana in Senegal - competente anche per Mauritania e Mali - risponde «a noi non risulta alcun rilascio»; il funzionario al telefono non conferma neanche il modo in cui la notizia si è diffusa in Italia: alla domanda se il canale di diffusione sia stato un mix di siti e giornali mauritani e senegalesi rilanciati dalla tv araba Al Jazeera risponde «non ci risulta che le cose siano andate in questo modo».

Da diverse ore, dunque, è un vero e proprio giallo la notizia del rilascio, dopo più di quattro mesi di prigionia, della donna, 30 anni, originaria di Samugheo (Oristano) rapita insieme a due cooperanti spagnoli mentre si trovava in un campo per rifugiati Saharawi a pochi chilometri da Tinduf, nel Sud dell'Algeria. Secondo il sito mauritano «Sahara media» la cooperante italiana e un poliziotto della Mauritania sarebbero stati rilasciati dai militanti di 'al-Qaeda nel Maghreb islamico in cambio della scarcerazione di un terrorista Tuareg.

L'Unitá di Crisi del ministero degli Esteri, starebbe ancora verificando le notizie relative alla liberazione della cooperante italiana, come riferiscono fonti diplomatiche.

Nel pomeriggio, un'altra notizia aveva fatto prendere un'ulteriore piega alla vicenda: secondo l'agenzia France presse, che cita una fonte vicina ai mediatori coinvolti nella vicenda, il movimento unito per il Jihad nell'Africa Occidentale avrebbe chiesto 30 milioni di euro per il rilascio della cooperante e dei suoi due colleghi spagnoli.

Anche la famiglia della ragazza conferma quanto detto dall'ambasciata italiana a Dakar. Mario Sulis, zio della cooperante, da Samugheo in Sardegna, dove i genitori di Rossella sono in angosciosa attesa di una telefonata dalla Farnesina, dice ai giornalisti: «Stamattina pensavamo di poter festeggiare la liberazione di Rossella e invece ancora non abbiamo nessuna conferma». Prima di rientrare in casa ha ribadito: «Non sappiamo ancora assolutamente nulla».

Stamattina c'è stata molta confusione. In un primo momento le voci di Al Jazeera e della stampa senegalese e mauritana - secondo cui Urru era stata rilasciata venerdì dai terroristi di al-Qaeda nel Maghreb islamico insieme al poliziotto, Aal Ould al-Mukhtar, rapito nei mesi scorsi in un blitz dei terroristi nel sud della Mauritania - sono state confermate dalla questura di Oristano e dagli utenti Twitter mentre l'unità di crisi della Farnesina si limitava a dire che le verifiche erano in corso. Dopo circa un'ora, la stessa questura di Oristano smentiva: « In riferimento a quanto pubblicato dagli organi di stampa e dalle testate giornalistiche in merito alla liberazione della cooperante italiana Rossella Urru - si legge in una nota - la questura di Oristano smentisce di essere in possesso di informazioni sulla presunta liberazione della nostra connazionale».

Che la trattativa fosse partita lo confermava invece il 20 febbraio lo stesso ministro degli Esteri Giulio Terzi su Twitter: «Unità di Crisi in contatto con familiari e impegnata fin da inizio per liberazione Rossella Urru. Riserbo d'obbligo per soluzione positiva», il suo cinguettio.

Il sequestro
Rossella lavorava da due anni in Algeria come cooperante al Cisp, il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli; è stata rapita nel campo profughi di Hassi Raduni, dove i rifugiati Saharawi da oltre 30 anni sono esiliati, con altri due colleghi, Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez de Rincon. Durante la notte tra sabato 22 e domenica 23 ottobre 2011, i rapitori hanno fatto irruzione nelle stanze dei cooperanti e li hanno portati via. Uno di loro ha tentato di opporsi, ma gli hanno sparato ad un piede. Il suo caso è stato dapprima trattato dalla Farnesina, ma poi se n'è occupata soprattutto internet, mentre le televisioni hanno «dimenticato» la vicenda. A dicembre il rapimento è stato rivendicato da una costola dissidente di Al Qaeda nel Maghreb islamico, la Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale).

La campagna delle star tv e del web
La storia della 27enne sarda ha avuto risonanza grazie alla comica Geppy Cucciari che ha lanciato un appello per la sua liberazione l'ultima serata del festival di Sanremo. Altro showman che si è speso per Urru è stato Fiorello che su Twitter ha chiesto a tutti coloro che lo seguono di cambiare per una settimana la foto e sostituirla con quella di Rossella: ora lo showman cinguetta: hip, hip, Urru

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