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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2012 alle ore 08:13.

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Stop tra le polemiche all'assunzione di 10mila insegnanti. E braccio di ferro finale sul presunto svuotamento del fondo di riserva «per gli imprevisti», dal quale il Tesoro attinge per fronteggiare gli interventi di prima emergenza in caso di calamità. Alla Camera si chiude all'insegna dell'alta tensione la partita nelle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive sul decreto semplificazioni su cui ieri sera il Governo ha posto la fiducia. La blindatura è comunque scattata proprio sul testo modificato dalle Commissioni e sarà votata oggi. Arriverà invece martedì il via libera dell'Aula di Montecitorio al provvedimento nel suo complesso, che poi passerà al Senato per l'ok definitivo.

Non è escluso che a Palazzo Madama proseguano gli strascichi della dura battaglia di ieri alla Camera. Una battaglia cominciata con la retromarcia del Governo sull'assunzione di 10mila insegnanti su cui lo stesso Esecutivo aveva prima dato il via libera in commissione martedì ma poi di fatto bloccato, sempre nella nottata di martedì in vista del parere della commissione Bilancio, bocciando la copertura in cui compariva l'aumento delle tasse sugli alcolici.

Questo dietro-front ha subito creato malumori nel Pd. Che si sono ulteriormente acuiti ieri mattina di fronte alla riformulazione dell'emendamento messa nero su bianco dopo una lunga riunione del Governo nel corso della quale lo stesso viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, è stato chiamato direttamente in causa per sbrogliare la matassa della copertura. Il nuovo emendamento, poi approvato in Commissione, prevede il superamento del blocco degli organici imposto nei mesi scorsi dall'allora ministro Giulio Tremonti ma non dei tagli operati dal governo Berlusconi per mano del ministro Mariastella Gelmini.

Per il Pd è «aberrante» e «inaccettabile» determinare gli organici della scuola «in base ai risparmi e non in base alla popolazione scolastica». A protestare è stato lo stesso capogruppo dei democratici, Dario Franceschini. Soddisfazione invece è stata espressa dal Pdl e in particolare da Gelmini: «Credo si trattasse, prevalentemente, di una 'marchetta'» del Pd al suo elettorato.

La tensione è però rimasta alta. Ed è addirittura esplosa quando il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, ha chiesto di cambiare un'altra modifica già approvata in Commissione paventando il ricorso alla fiducia su un maxi-emendamento diverso dal testo votato dalle commissioni. La modifica in questione, utilizzando il meccanismo del taglia-leggi, eliminerebbe il rifinanziamento automatico del fondo di riserva per gli imprevisti (calamità naturali) congegnato dal Governo Berlusconi nel milleproroghe di un anno fa.

La ratio l'ha spiegata il suo 'inventore', Massimo Vannucci (Pd): «Il fondo rimane intatto e nella disponibilità del Governo. L'abrogazione della norma si limita semplicemente ad eliminare l'automatismo che prevede il reintegro dei fondi obbligatoriamente e contestualmente con l'aumento dell'accisa sulla benzina nel caso venisse utilizzato per scopi di calamità naturali».

Proprio dai democratici è arrivata la reazione più veemente alle parole di Polillo. Gianclaudio Bressa ha addirittura minacciato il no del suo gruppo sul voto di fiducia, subito smentito però da Franceschini e dai vertici del partito. Alla fine su questo punto il testo delle commissioni è rimasto invariato ma il Governo conta di intervenire nel passaggio al Senato. Del resto lo stesso titolare della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha parlato di testo «migliorato» durante l'esame a Montecitorio senza escludere che possa «migliorare ancora». Magari già a Palazzo Madama.

Tra le altre novità contenute nel decreto va segnalato, innanzitutto, l'allargamento della platea di destinatari della social card: la carta acquisti potrà andare anche ai cittadini comunitari. Ma anche la retromarcia sull'assunzione dei presidi vincitori di concorso ma mai entrati in organico e la possibilità per gli atenei di accedere all'anagrafe degli studenti per tastare la veridicità delle autocertificazioni.

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