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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 12:40.

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Italrugby sempre «griffata»: con gli sponsor non si perde (Ap)Italrugby sempre «griffata»: con gli sponsor non si perde (Ap)

Logico parlarne con Cariparma, sponsor di maglia, in particolare evidenza sia nel periodo del Sei Nazioni sia in autunno, quando in Italia si giocano le sfide internazionali con alcune delle migliori squadre dell'emisfero Sud (e per novembre 2012 arrivano gli All Blacks campioni del mondo, competizione già aperta tra il Meazza di Milano e l'Olimpico di Roma per ospitare l'evento).

Nell'occasione vanno in scena i Cariparma Test Match, con l'istituto bancario che ha voce in capitolo anche nella scelta della città in cui giocare. Si tratta di una parte del pacchetto per cui il gruppo che fa capo alla francese Crédit Agricole sborserebbe oltre 2,5 milioni di euro all'anno, cioè il doppio rispetto al primo contratto e una cifra di gran lunga superiore a quella che la Fir incassa dagli altri sponsor. "Quando nel 2007 siamo diventati main sponsor - dice Patrick Popelin, direttore centrale della comunicazione e delle relazioni esterne di Cariparma - c'è stata una spinta molto forte da parte di Crédit Agricole, che è vicino a molti club del Top14 francese. L'obiettivo, che era quello di far ottenere una notorietà nazionale a una realtà regionale come la nostra, è stato raggiunto. Nel frattempo, in quattro anni siamo cresciuti, arrivando ad avere 9mila dipendenti e a essere presenti in 10 regioni italiane, ma è cresciuto anche il brand degli azzurri del rugby.

Di conseguenza, sempre rispettando i prezzi di mercato, nel 2011 il rinnovo della sponsorizzazione è avvenuto a un valore ben più alto rispetto a quello di partenza. Resta una scommessa: fino a quando una squadra che vince raramente può avere un successo popolare? Certo, la Fir si pone questo interrogativo e lo facciamo anche noi, che siamo decisamente soddisfatti della visibilità nazionale ottenuta, ma contemporaneamente, nelle aree in cui siamo presenti, aiutiamo i piccoli club e i loro settori giovanili. Pensiamo che ci siano i valori giusti per costruire nel tempo e abbiamo fiducia che gli italiani continuino a sostenere questo sport".
Andrea Prandi, direttore relazioni esterne e comunicazione di Edison, racconta di un'esperienza iniziata cinque anni fa (praticamente in parallelo con Cariparma) e osserva a sua volta che, da allora, il rugby ha acquisito parecchia popolarità.

Sottolinea la presa che questo sport ha sui giovanissimi, ricordando un'iniziativa legata alla responsabilità sociale d'impresa cui partecipa Edison (la palla ovale portata all'interno del carcere minorile Beccaria, a Milano) e ipotizzando futuri interventi nelle scuole, particolarmente nel Meridione. "Le regole del rugby - dice - possono aiutare il Paese a fare un passo avanti". La Nazionale è una scelta strategica, che porta Edison a sponsorizzare gli azzurri anche nel basket e nel volley, perché "i club dividono, le Nazionali uniscono". "Detto questo, è chiaro che anche a noi le sconfitte non fanno piacere, ma c'è uno spirito olimpico da parte degli spettatori, che vogliono innanzitutto partecipare. Abbiamo ritorni nell'acquisizione di nuovi clienti, soprattutto tra i giovani, e ancor di più nella fidelizzazione di quelli che avevamo già. La conoscenza della marca ha fatto un salto in avanti, anche grazie a campagne incentrate sul rugby". In questi ultimi anni sono stati 5 i milioni di euro investiti specificamente nella pubblicità ovale (oltre dieci volte la cifra che Edison versa annualmente alla Fir). "E i riscontri positivi sono arrivati - rileva Prandi - anche in base al calcolo di quanto avremmo dovuto spendere per ottenere in altri modi una visibilità equivalente sui media".

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