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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2012 alle ore 08:22.

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dal nostro corrispondente Beda Romano
BRUXELLES. Grecia e Spagna sono stati ieri sera i principali punti della discussione all'Eurogruppo. Sul fronte spagnolo, i ministri finanziari hanno messo in guardia il governo Rajoy sul rispetto degli obiettivi di bilancio per il 2013, ma hanno aperto la porta a uno sforamento nel 2012. Sul versante greco, l'Eurogruppo ha confermato il via libera politico al nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro, anche se il benestare definitivo dovrebbe giungere domani.

«Partiamo dal principio che la Spagna vuole raggiungere e raggiungerà il suo obiettivo di bilancio per il 2013», ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Il ministro delle Finanze francese François Baroin ha aggiunto: «Lavoriamo mano nella mano con gli spagnoli. Aspettiamo per oggi (ieri per chi legge, ndr) il metodo, il calendario e gli obiettivi» del piano di finanza pubblica del governo Rajoy.
All'inizio del mese, la Spagna ha sorpreso i propri partner europei annunciando una revisione al rialzo dell'obiettivo di deficit per il 2012, dal 4,4 al 5,8% del Pil. Il primo ministro Mariano Rajoy ha giustificato la scelta notando il pessimo andamento dell'economia spagnola. L'obiettivo precedente di finanza pubblica era basato su una crescita del 2,3%. Le ultime previsioni della Commissione parlano di una recessione in Spagna dell'1% nel 2012.

Il ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos ha incontrato ieri il suo omologo Wolfgang Schäuble. Quest'ultimo ha detto che il Paese ha fatto «grandi progressi». E ha aggiunto: «La vedono così anche i mercati finanziari». Secondo l'entourage del ministro tedesco, si è trattato di «un buono scambio di vedute». L'impressione è che molti partner della Spagna siano pronti a chiudere un occhio sul target del 2012, confermando però quello del 2013 (un deficit del 3% del Pil).
Non tutti sono d'accordo: l'Olanda e l'Austria, per esempio, insistono perché gli obiettivi debbano essere tutti rispettati. La Commissione, a cui spetta presentare una eventuale raccomandazione, è per ora attendista. La questione è delicata. Da un lato c'è comprensione per la difficilissima situazione spagnola (che sta facendo i conti con una disoccupazione del 23%). Dall'altro, c'è il timore di mettere in forse le nuove norme di disciplina di bilancio.

Forse anche per questo motivo, l'Europa vuole fare la voce grossa nei confronti dell'Ungheria, colpevole di non avere ridotto il proprio disavanzo, nonostante le pressioni della Commissione. Oggi, riuniti nell'Ecofin, i 27 potrebbero confermare la decisione dell'esecutivo comunitario di congelare fondi strutturali per 495 milioni di euro dal gennaio dell'anno prossimo. Budapest avrebbe quindi nove mesi di tempo per rimettere ordine nei suoi conti pubblici.

La questione spagnola incrocia quella greca. Ieri i governi della zona euro hanno rinviato (ancora una volta) la decisione formale sul via libera al secondo piano di aiuti alla Grecia, da 130 miliardi di euro. «Non ci sono dubbi» sul principio, ha rassicurato Schäuble ieri pomeriggio prima della riunione dell'Eurogruppo. «Il secondo programma per la Grecia sarà firmato nel corso della settimana». Tra le altre cose, è necessario un passaggio parlamentare in alcuni Paesi.

I direttori del Tesoro degli stati membri della zona euro potrebbero riunirsi in teleconferenza domani per dare il via libera definitivo. Nel contempo a metà settimana il consiglio di amministrazione del Fondo monetario internazionale dovrebbe dare il suo benestare alla proposta del direttore generale Christine Lagarde di una partecipazione pari a 28 miliardi. Il contributo è proporzionatamente inferiore a quello offerto in occasione del primo paracadute greco.

Alcuni osservatori si chiedono se proprio questo aspetto non possa comportare un ammanco nel pacchetto complessivo. L'Eurogruppo ha discusso ieri anche del potenziamento del fondo di stabilità Esm, ma nessuna decisione era attesa, sempre per via del tentennamento della Germania. Juncker ha preannunciato che proporrà ai suoi colleghi di fare una scelta sull'Esm nella riunione informale dell'Ecofin di fine mese a Copenhagen.

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