Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2012 alle ore 09:30.

My24
In Siria il bilancio della repressione è di oltre 8.000 morti. Nella foto alcuni uomini prestano soccorso a un ribelle ferito a Idlib (AP Photo)In Siria il bilancio della repressione è di oltre 8.000 morti. Nella foto alcuni uomini prestano soccorso a un ribelle ferito a Idlib (AP Photo)

Il presidente siriano, Bashar al-Assad, non getta la spugna: l'uomo forte di Damasco ha convocato elezioni legislative per il prossimo 7 maggio. Lo rende noto la pagina web del Parlamento siriano. L'annuncio arriva all'indomani della visita a Damasco dell'inviato di pace di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, che ha cercato di convincere Assad a sottoscrivere una soluzione politica del conflitto.

Gli Stati Uniti hanno definito «ridicolo» il piano per le elezioni legislative. «Elezioni per un Parlamento pronto unicamente ad apporre timbri nel mezzo di questo tipo di violenze a cui stiamo assistendo nel Paese sono ridicole», ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland, aggiungendo che il segretario di Stato Hillary Clinton ha parlato al telefono con Kofi Annan. Se l'inviato della Lega Araba e dell'Onu troverà un compromesso accettabile per il regime di Assad per fermare le armi, lo sosterremo«, ha precisato Nuland.

Intanto sono più di 8.000 le persone che sono state uccise in Siria da quando, circa un anno fa, esplose la rivolta contro il regime: lo ha dichiarato il presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, Nassir Abdulaziz al-Nasser. Secondo Al-Nasser, citato dai siti di Bbc e Cnn, fra le vittime ci sono molte donne e bambini.

Al-Nasser ha detto che «violazioni dei diritti umani sono diffuse e sistematiche» e in questo «la comunità internazionale ha una sua responsabilità». Secondo l'opposizione siriana, il numero delle vittime è invece superiore a 9.000.

Almeno dieci soldati siriani sono stati uccisi oggi all'alba in un attacco sferrato da ribelli nella città di Maaret al-Noomane, nella provincia ribelle di Idleb (nordovest). Lo ha riportato l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh). I soldati sono stati uccisi in «un attacco sferrato da un gruppo di disertori contro un checkpoint nella città di Maaret al-Noomane», nella provincia di Idleb, ha precisato l'Osdh.

Dal 9 marzo, l'esercito porta avanti un'offensiva in questa regione montuosa e alla frontiera con la Turchia per soffocare la rivolta e riprendere il controllo della città di Idleb e molti siti della provincia dove sono barricati i ribelli. La città, che subisce bombardamenti a intermittenza, è controllata in parte dall'esercito e i combattimenti violenti nella città e in provincia hanno provocato decine di morti in alcuni giorni.

«Se le cose in Siria dovessero peggiorare non credo si possa escludere alcuna soluzione». A parlare così è Amin Gemayel, presidente libanese dal 1982 al 1989, intervistato da Il Messaggero. La comunità internazionale, dice Gemayel, «dovrebbe concentrarsi sulle questioni umanitarie in Siria. Non si può restare in silenzio e indifferenti rispettoalle numerose morti di civili e a tutto ciò che sta accadendo».

«L'Onu - aggiunge Gemayel - ha molte istituzioni incaricate di dirimere questo genere di situazioni. Esistono numerosi strumenti, non solo militari, per interferire e per intervenire in Siria e per bloccare la mattanza di civili. Ci sono le sanzioni. È questa la ragione per cui il Consiglio di Sicurezza dovrebbe prendere in mano la situazione con responsabilità e considerare la questione siriana dal punto di vista strategico per stabilizzare sia la regione sia il Paese. E anche l'Italia dovrebbe sostenere le Nazioni Unite in questo percorso».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi