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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2012 alle ore 17:40.
L'ultima modifica è del 17 marzo 2012 alle ore 20:22.

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Paolo Bosusco, uno dei due italiani rapiti in IndiaPaolo Bosusco, uno dei due italiani rapiti in India

I maoisti dell'Orissa hanno spostato a domani sera l'ultimatum per l'accettazione delle loro richieste per il rilascio di due italiani rapiti. Lo riferiscono fonti locali. Il Governo dello Stato indiano di Orissa in precedenza avevano ricevuto dai ribelli maoisti un documento con 13 condizioni da adempiere per il rilascio di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. Ieri il Governo aveva interrotto ogni operazione contro i maoisti a seguito delle trattative in corso per far rilasciare i due rapiti italiani. Il rapimento, secondo la polizia indiana, sarebbe avvenuto il 14 marzo.

Chiesta la liberazione dei prigionieri politici
Il leader dei ribelli dell'Orissa, Sabyasachi Panda, in un audio-messaggio aveva rivendicato il sequestro, spiegando che Bosusco e Colangelo hanno scattato delle «riprovevoli fotografie» a donne che facevano il bagno in un fiume. Panda ha chiesto ai governi dello Stato e dell'Unione di sospendere entro stasera tutte le operazioni di sicurezza e di avviare una trattativa sulle 13 richieste avanzate dal movimento ribelle nel febbraio 2011, che prevedono tra l'altro la liberazione dei prigionieri politici. «Abbiamo dato un ultimatum alle autorità per bloccare tutte le operazioni contro di noi e avviare il dialogo sui 13 punti. Se il governo non accetterà, saranno i soli responsabili per ogni danno causato ai turisti», recita il messaggio audio.

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