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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2012 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 20 marzo 2012 alle ore 06:36.

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Riattivare «il circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione», sono le parole d'ordine del Manifesto. Non si parte da zero, ma quasi. Con la foto della distrutta Holland House Library, già soprannominata «icona della nuova Costituente per la cultura», si è rievocato, e non a caso, lo spirito con cui si è dovuto ricominciare dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale.

Già nel 1944 Raffele Mattioli lanciò l'idea di fondare in Napoli un istituto di studi politici e storici sotto il patronato di Benedetto Croce. Mattioli, come uomo di cultura e presidente della Banca commerciale, chiamò i banchieri italiani invitandoli a contribuire per far rinascere la cultura dalle macerie.
Grazie al suo impegno personale, Mattioli riuscì a procurare le risorse economiche per la creazione dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici che accolse diecine di laureati e li fece diventare i principali storici italiani.
L'incoraggiante iniziativa del Sole 24 Ore dà la speranza che gli imprenditori italiani prendano esempio da Raffaele Mattioli, aprendo oggi un'altra stagione in cui la cultura rappresenti in Italia nuovamente un primato.

Il 3 novembre 2005, alla presenza del Capo dello Stato, On. Carlo Azeglio Ciampi, si celebrò nella sede dell'Accademia Nazionale dei Lincei il sessantesimo anniversario dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici e il trentesimo anniversario dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Il ruolo che queste due istituti hanno svolto in Italia, e nelle Regioni del Mezzogiorno in particolare, è di dimensioni inestimabili. In un contesto gravemente segnato dalle conseguenze economiche, sociali e civili di uno sviluppo distorto, l'Istituto fondato da Benedetto Croce e l'Istituto fondato da Gerardo Marotta hanno mantenuto vivo il legame con le grandi tradizioni culturali di questo Paese ed alto il livello dei loro programmi di ricerca e di formazione.

Giovanni Pugliese Carratelli, che ha coperto in tempi diversi la funzione di direttore in entrambi gli istituti, ha ricordato quale formula ha portato al loro indubbio successo: la combinazione di iniziative private e di interventi pubblici, basati su idee chiare ed eseguiti con un grande senso di responsabilità. Grazie al sostegno che ha dato Raffaele Mattioli, Benedetto Croce è riuscito a riprendere il filo della secolare tradizione delle libere accademie e a fondare un istituto di studi storici, e grazie all'iniziativa di Gerardo Marotta è stato possibile far sorgere accanto all'Istituto Croce un istituto dedicato agli studi filosofici. La qualità delle ricerche presentate e la funzione pubblica svolta da queste due istituti furono riconosciute dallo Stato e le attività sempre più impegnative furono progressivamente cofinanziate dai competenti Ministeri.

Un'esperienza di importanza nazionale è stata la creazione di centinaia di Scuole di alta formazione da parte dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici in tutta Italia e soprattutto nel Meridione. Un intervento consistente del Governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi ha dato nel 1993 l'impulso più forte a quest'iniziativa. Quale traccia ha lasciato questo impegno? Se ne accertava personalmente l'attuale Ministro Fabrizio Barca: "il segno lasciato da quell'intervento si sente oggi nell'attiva azione degli insegnanti, nelle biblioteche che essi hanno a disposizione grazie all'Istituto. Nel ricordo di quegli eventi, io chiedo e mi domando se questa attività non possa essere rilanciata, non le possa essere data continuità, non possa essere innervata ancora di più all'interno dei territori del Mezzogiorno per dare quella voce che sola può spingere questa area del Paese ad essere convinta dei propri mezzi".
Wolfgang Kaltenbacher è coordinatore europeo dell'Istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli

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