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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2012 alle ore 12:31.

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Antonio Ereditato (Ansa)Antonio Ereditato (Ansa)

La conferma dell'Infn
Il vicepresidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Antonio Masiero, spiega che «nel prendere atto delle dimissioni del professor Antonio Ereditato da portavoce dell'esperimento Opera, l'Infn auspica che la collaborazione Opera possa ritrovare unità e nuova leadership nel perseguire il suo primario obiettivo specifico, quello di osservare la comparsa di neutrini di nuovo tipo, a partire dai neutrini di tipo "mu" provenienti dal Cern (oscillazioni dei neutrini)».

«Ricordiamo che ulteriori e definitive misure della velocità dei neutrini - continua Masiero - saranno effettuate al Gran Sasso da quattro esperimenti (tra i quali lo stesso Opera) quando il Cern invierà un nuovo fascio di neutrini a pacchetti alla fine del mese di aprile».

Antonio Ereditato, 56 anni, di Napoli, insegna Fisica delle particelle elementari all'Università di Berna, dove è direttore del Lhep, il Laboratory for High Energy Physics dell'Albert Einstein Centre for Fundamental Physics.

Le reazioni
Le dimissioni? «Affrettate». Così Valerio Rossi Albertini, fisico dell'Istituto di struttura della materia (Ism) del Cnr commenta le dimissioni del fisico, portavoce della collaborazione Opera, che lo scorso settembre attribuendo ai neutrini una velocitá maggiore di quella della luce, aveva messo in discussione la teoria della relatività di Einstein.

«Antonio Ereditato è un grande scienziato e non si può far risalire solo a lui la colpa di un malfunzionamento di uno dei componenti di misura». Un errore che per Albertini «non inficia sul suo valore di ricercatore».
Quanto alle dimissioni, «è stato un gesto affrettato ma segno di grande responsabilitá nei confronti della comunitá scientifica» in quanto, aggiunge il fisico del Cnr, «ha scelto di farsi carico di una comunicazione che sicuramente fu troppo affrettata». La condotta dell'esperimento, ricorda Albertini, «fu giusta». L'errore è stato strumentale: «si trattava di una fibra ottica che non funzionava bene».

Purtroppo, però, sottolinea il fisico, «è stato enfatizzato un solo aspetto di un progetto, invece, molto più ampio», "Opera" appunto: «un esperimento, che consiste nello "sparare" particelle da Ginevra fino al Gran Sasso, che fino a 20 anni fa era inimmaginabile».

La «gaffe» della Gelmini
E proprio all'asse Ginevra - Gran Sasso era legata la clamorosa gaffe di Mariastella Gelmini, allora ministro dell'Istruzione. Nel commentare l'esperimento del Cern, il comunicato del mininistero alludeva a un «tunnel» per i neutrini da 45 milioni di euro. «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento - diceva il comunicato - l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro».

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