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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2012 alle ore 09:56.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2012 alle ore 08:14.

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(Afp)(Afp)

L'Italia quest'anno contribuirà al "capitale versato" del fondo di stabilità permanente Esm con una quota pari a 5,7 miliardi che sarà versata in due rate da 2,85 miliardi, pagate l'una in luglio e l'altra entro ottobre. Questi due importi saranno coperti con emissione di titoli di Stato a medio e lungo termine, con caratteristiche che saranno stabilite per decreto dal ministero dell'Economia.

Questi 5,7 miliardi andranno a sommarsi ai 10,3 miliardi già erogati dall'Italia alla Grecia tramite prestiti bilaterali intergovernativi e all'aumento del debito pubblico per 3,974 relativamente ai prestiti Efsf già concessi a Portogallo e Irlanda tra il febbraio 2011 e il gennaio 2012. Il conto della "crisi del debito europeo", sotto il profilo contabile senza nessuna perdita secca per le casse dello Stato, sale così a circa 20 miliardi. E salirà ancora. L'Italia verserà in tutto, entro la prima metà del 2014, cinque rate di capitale "paid-in" nell'Esm, per un totale di 14,25 miliardi: questa liquidità verrà raccolta, stando a fonti bene informate, tramite emissione di BTp o altri titoli a medio-lungo termine.

Non è tutto. Tra il 2012 e il 2013 gli interventi dell'Efsf a sostegno di Portogallo e Irlanda ammonteranno complessivamente a 30 miliardi, stando agli impegni già presi: il debito pubblico italiano - in base ai criteri contabili adottati da Eurostat - verrà aumentato di conseguenza, in base al peso dell'Italia (19,8%) in percentuale sul totale delle garanzie date al fondo dagli Stati dell'Eurozona (Portogallo, Irlanda e Grecia esclusi): altri 6 miliardi. Un ulteriore incremento del debito pubblico italiano, per gli interventi dell'Efsf a favore della Grecia tra il 2012 e il 2014, è prevedibile a partire da 21 miliardi.
L'esborso dell'Italia per sostenere finanziariamente Portogallo, Irlanda e Grecia e per l'allestimento del fondo permanente Esm è stato finora nella forma di investimento finanziario, che genera un rendimento sia pur molto contenuto. Questa esposizione può trasformarsi in perdita solo nel caso di default del Paese aiutato e con haircut esteso anche ai prestiti erogati dai creditori pubblici oltre che privati.

L'intreccio di questi interventi ha una ricaduta contabile complessa, sui conti pubblici. Secondo la decisione Eurostat del 27 gennaio 2011, il fondo Efsf non è una «unità istituzionale» a sé stante e quindi è trattato come se fosse un'emanazione degli Stati che vi partecipano con le loro garanzie: il debito emesso dall'Efsf viene dunque distribuito tra i Paesi garanti, secondo le quote di partecipazione. È per questo che il debito pubblico diffuso dalla Banca d'Italia comprende le passività emesse dal fondo per la quota spettante all'Italia. La garanzia sulle emissioni del fondo è elencata invece in un apposito allegato dello stato di previsione del ministero dell'Economia.

Il versamento per la capitalizzazione dell'Esm, per contro, è classificato nel bilancio dello Stato come «acquisizione di un'attività finanziaria», cioè la partecipazione al capitale del fondo. Questo tipo di registrazione, come partita finanziaria, nei conti nazionali non determinerà alcun impatto sull'indebitamento netto: nel caso dell'Esm e diversamente dall'Efsf, spiegano fonti bene informate, è stata riconosciuta la natura di «unità istituzionale»: le relative passività, le emissioni degli Esm-bond e le erogazioni dei prestiti Esm, quindi, non verranno contabilizzate a carico degli Stati membri come avviene invece per l'Efsf. La quota dell'Italia relativamente al capitale versato dell'Esm per il 2012, pari a 5,7 miliardi, non è computata nel limite massimo di emissione di titoli di Stato stabilito dalla legge di approvazione del bilancio e nel livello massimo del ricorso al mercato stabilito dalla legge di stabilità.

La Germania, per esempio, nei giorni scorsi ha dovuto ritoccare il budget 2012 per tener conto degli 8,7 miliardi extra di capitale versato all'Esm quest'anno: il debito tedesco ai fini di Maastricht aumenterà nel 2012, per tener conto di questo, dello 0,3%, hanno confermato fonti del ministero dell'Economia tedesco.
Eventuali proventi dall'investimento nell'Esm, che consisteranno nei dividendi che il fondo distribuirà ai Paesi secondo le rispettive quote di partecipazione, saranno versati all'entrata del bilancio dello Stato. La spesa per interessi che deriva dal finanziamento della capitalizzazione tramite maggiori emissioni di titoli di Stato sarà dunque compensata. Questo tipo di impatto sarà neutrale.

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