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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2012 alle ore 23:10.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2012 alle ore 09:30.

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Soldi per la villa di Gemonio. Parte dei soldi ottenuti attraverso il meccanismo dei rimborsi elettorali dal tesoriere della Lega Francesco Belsito sarebbero stati utilizzati per ristrutturare la villa di Umberto Bossi a Gemonio (Varese). È scritto nella relazione dei carabinieri del Noe, uno dei documenti più importanti dell'inchiesta condotta dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, in cui è coinvolto, tra gli altri, Belsito.

Soldi per la campagna di Renzo Bossi. Parte dei fondi sottratti al partito dal tesoriere Francesco Belsito, indagato a Milano per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato sarebbero serviti per finanziare la campagna elettorale per le regionali del 2010 di Renzo Bossi. È questo un altro particolare che, secondo indiscrezioni, emerge dagli atti dell'inchiesta dei pm milanesi Alfredo Robledo, Roberto Pellicano e Paolo Filippini.

Anche Tremoniti in via Bellerio. Nel pomeriggio l'ex ministro Giulio Tremonti ha trascorso circa un'ora nella sede della Lega in via Bellerio. Tremonti è entrato in auto nel cortile senza fermarsi con i giornalisti. L'ex ministro ha poi lasciato la sede della Lega, appena qualche minuto dopo l'ingresso del tesoriere Francesco Belsito.

Perquisita la casa della segretaria di Bossi
E nell'ambito dell'indagine della Procura di Milano che vede indagato Francesco Belsito, tesoriere del Carroccio, sarebbero state effettuate perquisizioni «presso terzi» anche nell'ufficio di via Bellerio di Daniela Cantamessa, una delle segretarie del leader Umberto Bossi, e nell'abitazione della donna.

Truffa e riciclaggio
Belsito è indagato a Milano per appropriazione e truffa per gli investimenti in Tanzania. È iscritto sul registro degli indagati di Reggio Calabria per riciclaggio in relazione all'inchiesta su presunti legami tra esponenti della 'ndrangheta reggina e società che avrebbero intrattenuto rapporti con uomini della Lega (da questo filone sono scaturite 18 perquisizioni in tutto il Nord Italia e 8 avvisi di garanzia). E risulta coinvolto negli accertamenti della Procura di Napoli scaturiti dall'inchiesta in cui sono finiti il direttore dell'Avanti! Valter Lavitola e l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.

Perquisizione in via Bellerio
Carabinieri e uomini della Gdf si sono presentati stamattina nella sede della Lega Nord in via Bellerio a Milano. La perquisizione è avvenuta in mattinata per una acquisizione di documenti per la vicendi degli investimenti del Carroccio in Tanzania. L'operazione sarebbe stata decisa dalle Procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria.

Indagati anche i due uomini d'affari Stefano Bonet e Paolo Scala
Con Belsito sono indagati anche Stefano Bonet e Paolo Scala: ci sarebbero legami con gli investimenti fatti dalla Lega Nord in Tanzania, che avevano provocato polemiche anche dentro il partito.

Rendiconti irregolari sui rimborsi elettorali
Nell'inchiesta si ipotizza siano stati presentati rendiconti irregolari per rimborsi elettorali ottenuti dal Carroccio ai presidenti di Camera e Senato che sarebbero così stati tratti in inganno e che quindi non hanno sospeso i rimborsi stessi.

Gli investimenti in Tanzania
L'inchiesta della procura di Milano, che vede indagato il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, è nata, da quanto si è saputo, da alcune indagini su transazioni finanziarie riferibili all'uomo d'affari Stefano Bonet, legato ad un altro uomo d'affari, Paolo Scala, entrambi indagati.
È partendo da queste movimentazioni finanziarie che gli inquirenti milanesi sarebbero arrivati a contestare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, Scala e Bonet, in relazione agli investimenti in Tanzania, passando anche per Cipro, con soldi sottratti alla Lega Nord.

La società Siram
Per quanto riguarda invece il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, sempre a carico del tesoriere della Lega, le accuse riguarderebbero un illecito utilizzo da parte del tesoriere del partito dei rimborsi elettorali arrivati al Carroccio. Le perquisizioni hanno interessato, oltre la sede della Lega, sedi della Siram. Pequisizioni anche a Genova. Per l'ipotesi di riciclaggio, indagato è solo Bonet, secondo quanto si è appreso, per alcune sue personali movimentazioni finanziarie. Tra gli uomini d'affari, poi, e persone legate ad alcuni ambienti della criminalità organizzata calabrese ci sarebbero rapporti su cui indaga la Procura di Reggio.

Bruti Liberati: denaro sottratto ai partiti
In un comunicato il capo della Procura di Milano Edmondo Bruti Liberati scrive di ipotesi di accusa di denaro sottratto al partito. La truffa invece sarebbe legata all'uso di rimborsi elettorali e alle erogazioni concesse alla società Siram. Nella nota diffusa dal procuratore di MIlano si legge che il reato di appropriazione indebita aggravata viene contestato a Belsito, Scala e Bonet «con riferimento al denaro sottratto al partito Lega nord; inoltre si procede per truffa aggravata ai danni dello Stato a carico di Belsito con riferimento alle somme ricevute a titolo di rimborso per le spese elettorali». Infine, precisa Bruti Liberati, il reato di truffa ai danni dello Stato è contestato a Bonet e Belsito con «riferimento all'erogazione concessa dallo Stato sotto forma di credito d'imposta in favore della società Siram con sede a Milano». L'indagine di Milano è affidata all'aggiunto Alfredo Robledo, ai sostituti Roberto Pellicano e Paolo Filippini. L'inchiesta si svolge in collaborazione con i pm di Reggio Calabria e di Napoli.

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