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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2012 alle ore 21:51.

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La riforma del lavoro merita «analisi approfondite», non «giudizi sommari». Perché è una riforma «complessa» che avrà un impatto «forte e positivo» sull'economia italiana gettando le basi per «l'aumento della produttività e la crescita dell'economia e dell'occupazione».

Mario Monti risponde così al Wall Street Journal che dopo le lodi della settimana scorsa in cui paragonava il premier italiano a Margareth Thatcher, oggi ha criticato la «resa» alla sinistra e al sindacato sulla riforma del lavoro.

La lettera del premier è già sulla versione online del quotidiano finanziario, e si apre con una battuta british: «Non ho mai cercato di essere la Thatcher dell'Italia, quindi non ho obiezioni se ritirate quel titolo».

Ma poi Monti entra nel merito delle critiche del quotidiano economico, per spiegare innanzitutto che i maggiori costi per i contratti a termine, pratica «corretta e comune a livello internazionale», «erano già presenti nella bozza elogiata» dal Wall Street Journal la scorsa settimana.

Quanto all'articolo 18, «la riforma introduce procedure più veloci e prevedibili per i licenziamenti per ragioni oggettive economiche o di altra natura». In primo luogo, «una veloce procedura extra-giudiziale. Poi, se la conciliazione dovesse fallire, il lavoratore potrà rivolgersi ad un giudice, come avviene negli altri Paesi».

A quel punto, «in casi estremi, laddove le motivazioni economiche o di altra natura addotte per il licenziamento dovessero essere giudicate "manifestamente insussistenti", il giudice potrà decidere per il reintegro o per l'indennizzo. In tutti gli altri casi in cui il giudice dovesse accertare che il licenziamento economico è semplicemente non giustificato, l'indennizzo è fissato ad un massimo di 24 mensilità».

Insomma, «questa è una complessa riforma - scrive Monti - che avrà un impatto forte e positivo sull'economia italiana. Merita analisi approfondite, piuttosto che giudizi sommari. E suggerirei che forse il fatto che sia stata attaccata sia dai metalmeccanici del principale sindacato che dalla Confindustria indica che abbiamo raggiunto il giusto equilibrio».

Monti è infatti assolutamente convinto che «la riforma renderà il mercato del lavoro italiano più flessibile nel complesso, riducendo al contempo significativamente il dualismo esistente, anche con l'introduzione di una rete di sicurezza universale. E getta le basi per l'aumento della produttività, la crescita dell'economia e dell'occupazione».

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