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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2012 alle ore 18:34.

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Con Miriam Mafai «scompare una delle più forti personalità femminili italiane degli scorsi decenni: erede di un'alta tradizione intellettuale e artistica famigliare, si era impegnata giovanissima nella Resistenza romana, affermandosi presto come giornalista di grande talento e combattività, e quindi come significativa scrittrice in stretto legame con il movimento per l'emancipazione delle donne e con l'attività politica della sinistra».

È il ricordo commosso che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affida ad un messaggio partecipando al dolore dei figli, della sorella Simona e di tutti i familiari della giornalista scomparsa oggi. «Lo spirito critico con cui aveva ripercorso le sue scelte ideali - aggiunge il Capo dello Stato - era parte di un temperamento morale alieno da convenzionalismi e faziosità. Nel ricordare la schietta amicizia che ci ha così a lungo legati, mi resta vivissima l'immagine della sua umanità appassionata, affettuosa ed aperta».

Schifani: ha contribuito alla sviluppo della nostra democrazia
«Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Miriam Mafai. La sua storia professionale ed umana è parte integrante del giornalismo italiano. Il suo impegno e la sua dedizione alla causa della libertà hanno contribuito, in misura rilevante, allo sviluppo della nostra democrazia». Così il Presidente del Senato, Renato Schifani, in una dichiarazione.

Fini: costantemente attenta alla società italiana
Il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, appresa la notizia della scomparsa di Miriam Mafai, ha inviato ai familiari un messaggio di cordoglio. «Con Miriam Mafai - scrive Fini - scompare una intellettuale, una scrittrice, una giornalista convintamente impegnata in politica e costantemente attenta alla societá italiana. A tutti voi giungano i sentimenti del più profondo cordoglio mio personale e della Camera dei deputati».

Il ricordo commosso di Eugenio Scalfari
«Questa notizia - ha commentato su Repubblica.it Eugenio Scalfari - me l'aspettavo purtroppo, ma una cosa è sapere che un amico che se ne va, altro è che se n'è andato. Sono molto triste per la scomparsa di una persona che è stata molto mia amica, preziosa per il giornale e per il Paese».

«Aveva una vitalità eccezionale e un'allegria per la vita - ha aggiunto il fondatore di Repubblica -. Era sicuramente una donna di sinistra e scriveva su giornali comunisti, fino a quando nacque Repubblica. Ricordo in che modo prese l'iniziativa di venire da noi e quando io la accolsi a braccia aperte, nell'ottobre del '75. Ci intendemmo subito. Le dissi "ti dispiacerà lasciare Paese Sera", e lei rispose "ho già dato le dimissioni": era sicura della sua scelta e del fatto che sarebbe stata accolta immediatamente».

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