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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2012 alle ore 16:19.

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Si è spenta a Roma a 86 anni Miriam Mafai, giornalista, scrittrice, militante politica nelle fila del Pci e poi del Pds, con il quale è stata anche deputata al Parlamento. Nata a Firenze nel 1926, la «ragazza rossa» (come veniva chiamata in omaggio al suo compagno di una vita, Giancarlo Pajetta il «ragazzo rosso») ha partecipato alla resistenza antifascista a Roma nelle file del Pci.

Dopo la Liberazione ha continuato la sua attività politica e dal 1951 al 1956 è stata assessore al Comune di Pescara. Nel 1957 è stata a Parigi come corrispondente del settimanale «Vie Nuove», nel 1960 a «l'Unità» come redattore parlamentare. Direttore di «Noi Donne» dal 1965 al 1970, è passata poi come inviato speciale a «Paese Sera». Dal 1983 al 1986 è stata presidente della Federazione nazionale della stampa.

Figlia di una coppia di noti artisti italiani del XX secolo, Mario Mafai e Antonietta Raphael, Miriam Mafai è stata una grande firma del giornalismo, scrivendo su l'Unità e altri importanti quotidiani italiani. Ha contribuito alla nascita del quotidiano Repubblica nel 1976 e ne è diventata editorialista. Ha svolto una intensa carriera di inviata speciale e giornalista politica. È stata direttore del settimanale Noi donne.

Intensa anche l'attività saggistica: soprattutto ritratti di donne e uomini che hanno cambiato il volto della società italiana (Diario italiano 1976-2006 edito da Laterza nel 2008) e puntuali analisi sul comunismo in Italia (Dimenticare Berlinguer. La Sinistra italiana e la tradizione comunista, 1996 e Botteghe oscure, addio, 1997). Con quest'ultima opera ha vinto il Premio Cimitile, nel 1996, mentre nel 2005 ha vinto il Premio Montanelli, per la sua attività votata allo sviluppo della cultura italiana del '900, con particolare attenzione al mondo femminile.

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