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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2012 alle ore 22:18.
L'ultima modifica è del 12 aprile 2012 alle ore 14:08.

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Count down sul futuro leghista di Rosi Mauro (Ansa)Count down sul futuro leghista di Rosi Mauro (Ansa)

Il consiglio federale l'ha espulsa all'unanimità dalla Lega. Ma Rosi Mauro per ora non lascia la vicepresidenza del Senato: «Valuterò tutto - ha detto ai cronisti - si fa un passo alla volta».

«Se qualcuno è arrivato al punto di minacciare le dimissioni se non si fossero presi provvedimenti contro di me, vuol dire che la presunta unanimità è stata imposta con un ricatto politico - ha aggiunto in una nota. Non ho voluto fare retromarcia per un semplice motivo: non vedo chiarezza in tutta questa storia».

«Mi sono tolta un peso dal cuore, non potevo restare nell'ambiguità e nella ipocrisia»: lo ha detto Rosi Mauro. «Indietreggiare - ha aggiunto - vorrebbe dire che non c'è verità».

La Mauro era arrivata a sorpresa in via Bellerio, dopo una mattinata trascorsa a Roma, nel suo ufficio a Palazzo Madama dove avrebbe visto alcuni esponenti del gruppo del Carroccio. Decisa a provare la sua innocenza, si era detta da subito intenzionata a restare al suo posto, alla vicepresidenza di Palazzo Madama, nonostante le pressioni di buona parte dei Lumbard, Umberto Bossi compreso. Con lei è stato espulso dalla Lega anche l'ex tesoriere Francesco Belsito.

Il Senatur: se la mia famiglia ha preso soldi io rimborserò
«Se si accerterà davvero che qualcuno della mia famiglia ha preso dei soldi appartenenti alla Lega io farò un assegno per rimborsare l'intero importo», avrebbe detto, tra l'altro, Bossi al Consiglio federale , secondo quanto raccontano alcuni leghisti.

Congresso il 29 e 30 giugno
Stabilita la data in cui si terrà il congresso, il 29 e 30 giugno. Nella riunione non sarebbe stato affrontato l'argomento di eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti di Renzo Bossi, dimessosi da consigliere regionale lombardo, perchè accusato, come la Mauro, di aver usato i soldi della Lega per esigenze personali.

Durante il consiglio federale, durato più di tre ore, Rosi Mauro si sarebbe a lungo difesa, ripetendo la sua estraneità a quanto emerso dall'inchiesta. Poi Roberto Maroni avrebbe posto l'aut aut e avrebbe indicato come condizione per la sua permanenza nella Lega l'espulsione della senatrice. Forse la decisione di dimettersi da vicepresidente del Senato avrebbe potuto evitarle l'espulsione. Qualcuno aveva ipotizzato per lei una sospensione temporanea, di 6 o 9 mesi. Ma che le dimissioni bastassero a garantirle la permanenza nella Lega Nord non è affatto scontato. Costretta a mandare giù la rottura con il Carroccio Rosi Mauro potrebbe ora decidere di passare al gruppo misto e restare vicepresidente del Senato, dato che il regolamento non prevede votazioni e che può essere solo lei ad esprimersi.

Nella richiesta di esplusione per Rosi Mauro ha fortemente pesato il suo rifiuto a dimettersi, nonostante la richiesta del Capo. «Il primo no in 20 anni», aveva ammesso lei stessa l'altra sera da Bruno Vespa, a Porta a Porta, «per difendersi» e spiegare le sue ragioni. Per buona parte dei vertici del Carroccio le sue dimissioni sono considerate un atto irrinunciabile per dimostrare (secondo la definizione di Roberto Castelli) «che siamo una forza politica diversa dalle altre». Ancora più esplicito il parlamentare Gianni Fava secondo il quale «al di lá della vicenda giudiziaria, Mauro debba pagare e di fatto paghi l'accerchiamento e l'isolamento del Capo, di cui è stata tra le maggiori responsabili. In un partito carismatico come la Lega Nord, queste sono colpe imperdonabili».

Da quanto risulta da alcuni documenti acquisiti dalla Gdf di Milano nell'ambito dell'inchiesta sulle distrazioni dei fondi della Lega, tra i pochi dipendenti del Sindacato Padano, che non sarebbero più di tre, uno di questi sarebbe la nipote di Rosi Mauro, fondatrice del Sinpa. Il particolare è emerso dalle acquisizioni fatte ieri nella sede del sindacato.

Intanto il movimento Diritti Civili preannuncia «la costituzione, dalla Calabria, di un Comitato per la raccolta di firme on line a sostegno della vicepresidente del Senato e della sua battaglia di verità, giustizia e civiltà» e attacca la Lega e tutti quei partiti che hanno chiesto le dimissioni di Rosi Mauro. Mentre il movimento del Popolo viola domani consegnerà oltre 10mila firme per le dimissioni della senatrice.

Sul fronte politico Ignazio La Russa risponde con una battuta ai giornalisti che gli chiedono un commento sulla vicenda: «Non mi piace mai dare addosso a persone in difficoltà, colpevoli prima di tutto di essere terroni» e esprime «solidarietà a tutti gli amici leghisti per quanto sta accadendo in questi giorni».

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