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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2012 alle ore 09:37.

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ROMA - Tempi rapidi per il decreto ministeriale sulla salvaguardia dei 65mila esodati con «ammortizzatore aperto» in corso e requisiti di pensionamento in maturazione nei prossimi due anni. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, punta a varare il provvedimento, d'intesa con il ministero dell'Economia, a metà maggio e comunque abbondantemente in anticipo rispetto alla scadenza del 30 giugno fissata per effetto della riforma delle pensioni e dei correttivi poi introdotti con il 'milleproroghe'.
Ma l'intervento salva-esodati non si dovrebbe esaurire qui. Il Governo è intenzionato a fare leva su un'operazione in due (o più) tappe che dovrebbe prevedere un provvedimento ad hoc, probabilmente da varare in autunno, per garantire l'accesso alla pensione con i requisiti in vigore prima della riforma Fornero a chi si troverà a transitare dalla Cassa integrazione straordinaria o speciale alla mobilità nel 2013 e anche nell'anno successivo.

In quest'ultimo caso si tratta dei lavoratori che, come quelli di Termini Imerese, sicuramente non matureranno i requisiti previdenziali nei prossimi 24 mesi. Per realizzare questo intervento dovranno però essere trovate nuove risorse a meno che il Governo decida di far scattare la cosiddetta clausola di salvaguardia che prevede l'aumento delle aliquote contributive minori a carico delle imprese.

Una clausola che, assicura il ministro Elsa Fornero, in ogni caso non verrà utilizzata per i 65mila lavoratori attualmente scoperti. Anche perché il ministero del Lavoro - come è stato sottolineato nella nota ministeriale divulgata giovedì - considera adeguata la copertura finanziaria prevista nei mesi scorsi dal decreto Salva-Italia per un platea di 55mila lavoratori e poi dal 'milleproroghe' (per altri 10mila soggetti).

Una copertura che ammonta a oltre 5 miliardi per sei anni: 240 milioni per il 2013, 630 milioni per il 2014, 1 miliardo e 40 milioni per il 2015, 1,2 miliardi per il 2016, un miliardo per il 2017, 610 milioni per il 2018 e 300 milioni per il 2019.

A confermare l'operazione in più tappe è di fatto anche il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. «È ovvio che ci sono più esodati dei 65mila stimati, ma sono scaglionati nel tempo - ha detto Polillo a SkyTg24 -. Ci sono quelli che rimarranno senza stipendio e senza pensione nel 2013, altri nel 2014 e via dicendo. Anno per anno si provvederà. Non possiamo risolvere il problema tutto subito - ha proseguito il sottosegretario - perché dovremmo mettere a bilancio una cifra spropositata che ci farebbe saltare tutti gli equilibri finanziari».

Si parte dunque dalla platea di 65mila lavoratori confermata dalla ricognizione dei tecnici di Lavoro, Inps e Ragioneria generale dello Stato. Un dato che, secondo l'Inps, «non è in contraddizione» con quello dei 130mila esodati citato alla Camera dal direttore generale dell'Istituto, Mauro Nori, perché questo numero «si riferiva alla stima delle platee dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni, in procedure di mobilità, in esodi individuali incentivati ed alle altre categorie previste», mentre quello del tavolo tecnico riguarda «tutti i lavoratori - precisa ancora l'Inps con una nota - che ad oggi risultano già cessati ed estromessi dai processi produttivi per effetto di procedure di mobilità o per dimissioni individuali al 31 dicembre 2011 sulla base di accordi individuali o collettivi». I criteri e le priorità di pensionamento di questi 65mila lavoratori «salvaguardati», saranno fissati dal decreto interministeriale (compresa la documentazione necessaria) che il ministro Fornero conta di emanare già a maggio.

Anche i partiti, oltre ai sindacati, continuano però a incalzare il Governo. Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, chiede che si faccia chiarezza sui dati «dissonanti tra Governo e Inps: bisogna che vengano fuori i numeri veri». Per il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «rimane aperto il problema sociale degli esodati. Il Governo in primis ma anche le forze politiche devono adoperarsi per risolverlo». Lo stesso Pdl, del resto, ha già presentato un ordine del giorno alla commissione Industria del Senato, a firma di Lucio Malan, con cui si chiede di affrontare la questione degli «esodati» in quanto è una «problematica sociale di obiettiva gravità». Anche per il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, «sul numero di esodati c'è un tasso di incertezza che va colmato. Bisogna trovare una soluzione - ha aggiunto Casini -, anzitutto bisogna mettersi d'accordo sulla platea».

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